C’ERA UNA VOLTA L’ITALIA DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, SPINA DORSALE DELLA NOSTRA ECONOMIA

Un tempo il Nord-Italia rappresentava meta quasi obbligata per tanti meridionali senza “santi in paradiso” che, a prescindere dal proprio titolo di studi, volevano realizzarsi e costruire un futuro migliore, lasciando così le proprie famiglie d’origine e i luoghi dove erano cresciuti.
La recessione economica drammatica di questi anni, nascosta con sorrisi e falsi problemi dal nostro Premier, sta colpendo duramente anche il Nord, stando al rapporto Cerved group, fornito da “La Stampa” nella sezione “Economia”.
Nel 2009 sono infatti state più di 9 mila le imprese italiane che sono fallite (esattamente 9.255), il 23% in più rispetto al 2008. E l’ultimo trimestre dell’anno scorso è stato ancora molto duro: tra ottobre e dicembre sono state aperte quasi 2.900 procedure fallimentari, il 15% in più rispetto allo stesso periodo del 2008, trimestre nel quale si era già registrato un aumento del 43% rispetto al 2007.  L’impennata dei fallimenti ha toccato soprattutto il Nord: con un incremento del 25% nell’ultima parte dell’anno, nei dodici mesi del 2009 le procedure sono cresciute nel Nord Ovest del 33%, nel Nord Est del 26%, nel Centro, nel Sud e nelle Isole del 16%. La Regione più colpita è anche quella con il maggior numero di imprese: la Lombardia, dove nel 2009 sono fallite 1.963 aziende (il 21% del totale nazionale) contro le 1.510 del 2008 (+30%).
Seguono, in termini assoluti, il Veneto con 880 fallimenti e il Lazio con 870, ma va male anche l’Emilia Romagna (766). Rispetto alle imprese presenti sul territorio, è il Friuli la regione maggiormente colpita (“l’insolvency ratio” pari a 22 punti), seguita dalla Lombardia e dall’Umbria.
Le statistiche per dimensione di impresa confermano che i fallimenti toccano soprattutto aziende di piccola dimensione: il 75% delle società di capitale chiuse avevano un attivo inferiore a 2 milioni di euro tre anni prima dell’insorgere della crisi. Con un aumento del 33% dei fallimenti nell’ultimo trimestre 2009, le costruzioni risultano il settore che conta il maggior incremento di procedure nel corso dell’anno (+31%), seguito dall’industria (+26%). E in Italia è ancor più in crescita il ricorso al concordato preventivo: secondo Cerved Group, nel 2009 le imprese italiane hanno presentato oltre 900 domande di concordato (+62% rispetto al 2008), con una corsa nell’ultimo trimestre dell’anno scorso che, come i fallimenti, ha solo leggermente rallentato: +33% rispetto allo stesso periodo del 2008.
Le piccole imprese patiscono la concorrenza delle poche multinazionali che si mangiano quasi l’intera “torta” del mercato, mentre varie medie e grandi imprese preferiscono scappare nei Paesi dell’Est Europa (ex comunisti), che offrono manodopera a basso costo e una pressione fiscale nettamente minore.
C’era una volta il centro-nord delle piccole e medie imprese, vera “spina dorsale” del nostro Paese.


(Fonte: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201003articoli/52715girata.asp)

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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