Doveva risollevare le sorti dei commercianti italiani, soprattutto di quelli che operano tramite negozi fisici tradizionali. E, in contemporanea, avrebbe dovuto anche mitigare la annosa questione dell’evasione fiscale.
Tutti nobili fini. Ma il Cashback ha di fatto fatto flop. Tanto che il Governo Draghi ha deciso di non rinnovare la misura, tanto sbandierata dal Governo Conte II, tra interviste e spot televisivi, poiché il risultato non è stato quello sperato.
Ecco perché il Cashback è stato eliminato e i motivi del flop.
Perché Cashback ha fatto flop
Lo spiega bene Il Sole 24 Ore, nella sua rubrica Econopoly. Individuando gli 8 motivi principali del flop del Cashback.
Complessità della procedura
Per aver diritto al riaccredito occorreva seguire una procedura complessa: scaricare un’App (denominata IO) sullo smartphone per chiedere lo SPID (numero di codice per accedere ai servizi pubblici), oppure registrarsi presso enti convenzionati (tra i quali la Posta).
Occorreva poi fornire il codice fiscale, gli estremi identificativi dello strumento di pagamento elettronico che sarà utilizzato, ed il codice IBAN del conto corrente bancario per l’erogazione dei rimborsi.
Ciò ha provocato infinite code agli sportelli postali; e molti hanno rinunciato. E anche chi è riuscito a scaricare l’App, ha poi rinunciato ad utilizzarla (bel il 40% non ha effettuato acquisti tracciabili).
Mancata adesione dei commercianti
Affinché una spesa possa essere acquisita ai fini del programma, è necessario che l’esercente abbia accettato di partecipare al cashback. E molti di loro si sono rifiutati di aderire, anche in considerazione dei costi per l’adeguamento delle casse per l’emissione degli scontrini.
Imperfetto funzionamento tracciamento delle operazioni
Il risultato è, in molti casi, ilmancato rimborso della quota del 10% promessa.
Rinuncia totale dei consumatori alla privacy
Ogni acquisto, ogni operazione, ogni spostamento dovevano essere registrati. E ciò ha spaventato molti.
Elevato costo dell’accettazione dei pagamenti tramite POS
L’aumento dell’uso dei pagamenti elettronici comporta un forte incremento degli utili delle banche, che percepiscono laute commissioni legate all’uso dei POS. Questi infatti generano introiti per le banche che si fanno pagare il costo d’installazione, il canone mensile, i costi fissi per transazione (10 centesimi per operazione) e le commissioni sul valore dell’operazione (dal 2 al 4%.).
Stimolo all’uso dei pagamenti elettronici è inversamente proporzionale all’importo della spesa
Dal fruttivendolo o dal macellaio difficilmente si spende più di 150 euro per volta, ma dal commercialista o dall’avvocato le parcelle viaggiano su cifre ben superiori. E pagare 3.000 euro al professionista ottenendo 15 euro di bonus non dà grossi benefici (più facile accordarsi per uno sconto diretto di 100 euro contro pagamento in contanti…).
Esclusione pagamenti legati alla professione o all’attività commerciale
Ciò avrebbe aiutato molte Partite Iva.
Cashback perché eliminato
Mario Draghi è uomo di numeri. Ha senso pratico, a volte anche troppo (si ricorderà come piegò la Grecia qualche anno fa, ordinando la chiusura dei bancomat). E dato che, come tecnico, e a quanto pare senza alcuna velleità politica (molti già parlano di un posto al Colle, a differenza di Monti che si è bruciato creandosi un suo partito), non guarda molto ai consensi ma ad accontentare soprattutto l’establishment, a fronte dei numeri miseri non ci pensa due volte a sopprimere uno strumento poco profittevole.
Le cifre parlano di meno di 800 milioni di transazioni aggiuntive, per un incasso totale per il fisco pari a circa 200 milioni. Il tutto a fronte di una spesa di 4,7 miliardi. La differenza fa quattro miliardi e mezzo di costo. Uno in meno, per la cronaca, dei 5,5 ai quali ogni anno l’erario rinuncia a beneficio dei paradisi fiscali comunitari.
Per ora il Cashback non viene del tutto cancellato, ma sospeso per sei mesi. Così, forse, da ritornare a dicembre. Ma forse serve più come escamotage per non parlare di flop o scontentare i Cinquestelle che tanto lo hanno sostenuto.
Così come la Lotteria degli scontrini, altro flop annunciato e che probabilmente Draghi non risparmierà.