Carlo Rossella si riscopre comunista uscito dal giro che conta

Qualcuno era comunista” cantava Giorgio Gaber, riferendosi a quanti, a muro di Berlino caduto, sono passati ad altre sponde politiche. In Taluni casi, perfino opposte.

In realtà, la fuga dal Partito comunista italiano era iniziata già prima, diciamo pure dopo la morte di Enrico Berlinguer. Quando in molti passarono al Partito socialista, il quale, sotto la guida di Bettino Craxi, era diventato molto influente in settori strategici del paese.

Poi c’è chi negli anni ’90 passò perfino coi liberisti e capitalisti. Come Carlo Rossella, berlusconiano convinto che oggi parla male di Giorgia Meloni, paragonandola a Benito Mussolini. Sarà che forse sia uscito dal giro che conta?

Cosa ha detto Carlo Rossella su Giorgia Meloni

Come riporta Libero, così Carlo Rossella ha descritto Giorgia Meloni a Di martedì, programma di approfondimento politico curato e condotto da Giovanni Floris, in onda come noto su La7:

Quella della Meloni mi sembra sia una compagnia non certo frequentabile, il giro meloniano è un giro che non mi interessa frequentare (…) Non mi piacciono le idee, il modo con cui si presentano, con cui parlano e ti guardano, anche dalla tv

È una cultura politica che non mi piace, che puzza di una ideologia di tanti anni fa. Nel 1922 è andato al potere lui e nel 2022 è andata al potere lei

Del resto, qualche giorno prima aveva già sentenziato sul Fatto Quotidiano:

La premier odora di fascio da un miglio. Penso che abbia dei modi così poco raffinati, e un linguaggio intriso in un livore, un atteggiamento piuttosto plebeo

Chi è Carlo Rossella

Carlo Rossella, classe 1942, originario di Corteolona (provincia di Pavia), come riporta Wikipedia dopo la Laurea in economia e commercio ha iniziato la sua carriera giornalistica a La Stampa nel 1968, dove parlava di attualità. Per poi passare a Panorama come inviato di politica e cultura.

In quegli anni era iscritto al Partito Comunista Italiano e aderì anche a Lotta Continua. Successivamente, nel 1978, dopo aver soggiornato a New York, diventò inviato di politica estera viaggiando in Medio Oriente, in Africa, in America del Sud, e nei paesi dell’est europeo. Grazie a questa lunga esperienza in giro per il mondo, fu nominato caporedattore agli esteri di Panorama. Nei primi anni ’90 ne divenne anche vice-direttore vicario.

Come tanti, sciolto il Pci, aderisce a Forza Italia, perché prova “profonda ammirazione” per il Cavaliere. Un’adesione che dà i suoi frutti: nel 1994 divenne direttore del Tg1, nominato da Letizia Moratti, mentre nel 1996, a governo Berlusconi I caduto, fu richiamato da Gianni Agnelli alla direzione de La Stampa fino al 1998, quando si trasferì a Washington come editorialista internazionale dello stesso giornale torinese.

Diresse il rotocalco televisivo di Canale 5 Verissimo nel biennio 1999-2000.

Il 5 ottobre 2000 fu nominato direttore responsabile di Panorama, rimanendovi fino al 15 novembre 2004. Nel 2002 sfiora la presidenza della Rai, ma gli fu preferito Antonio Baldassarre, poiché la sua nomina aveva trovato il diniego di Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini.

Nel novembre 2004 sostituì Enrico Mentana alla carica di direttore del TG5, ma entrò presto in conflitto con il vicedirettore del TG5 Lamberto Sposini. Il quale rassegnò le dimissioni bollandolo come “scribacchino di Paolo Bonaiuti“, cosa che poi smentì. In questo periodo curò anche la rubrica della Posta del cuore sul settimanale Chi.

In quegli anni, Rossella fu anche ideatore della trasmissione di approfondimento politico Terra!, in onda su Canale 5. Nel luglio 2007 venne nominato presidente di Medusa Film, la società di produzione e distribuzione cinematografica in procinto di essere trasferita al gruppo Mediaset, lasciando la direzione del TG5 a Clemente Mimun.

Finita la Belle Époque del berlusconismo, il centro-destra oggi è altra cosa. E forse Rossella, come altri, si sono ricordati da dove provengono.

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