Lunedì scorso ho assistito al concerto tenutosi a Pietrelcina (Bn) di una delle realtà più interessanti della musica leggera italiana contemporanea: Samuele Bersani; il concerto rientrava nel contesto dei festeggiamenti in onore di Maria SS.ma della Libera, Patrona del paese.
Nel paesino noto ai più per motivi religiosi, Bersani ha tenuto un concerto “scavalcando” quelli che sono i soliti atteggiamenti dei cantanti di fama, ovvero accompagnare le canzoni più famose e qualcuna recente, con le solite frasi fatte, qualcuna ad effetto per accattivarsi le simpatie dei fan. Samuele ha invece alternato le canzoni con simpatici ed ironici aneddoti personali, scherzando sul fatto che spesso, proprio per la sua abitudine di apparire poco in tv, non viene riconosciuto, riceve richieste assurde, viene scambiato per qualcun altro. Tra gli aneddoti più divertenti, ricordo quello di quando ad un concerto gli hanno chiesto di cantare “Spaccacuore” di Laura Pausini (quando si sa che l’ha scritta lui, mentre lei l’ha solo riproposta); oppure quando anni fa durante un concerto in un campeggio a Formia, un bimbo gli chiese di cantare “Vero falso” di Paolo Meneguzzi.
Tra le caratteristiche più positive di Bersani, senza dubbio si riscontra il suo essere ancora genuino, spontaneo, autoironico, semplice; nonostante il discreto successo e la popolarità di cui gode da diversi anni ormai. Ha svelato altresì qualche retroscena sulla sua carriera, ricordi del passato della sua vita privata, alcune gaffe commesse anche durante la serata stessa. Non ha risparmiato alcuni suoi colleghi che se la “tirano” troppo, andando in giro coi body-guard, e soprattutto la Tv, contro cui si scaglia spesso nelle sue canzoni, per il degrado culturale che sta arrecando al nostro Paese.
Insomma, un clima amichevole e confidenziale, da quelli tipici delle serate tra amici.
Al di là dei suoi punti di vista sulla società, Bersani ha mantenuto anche una certa coerenza nella musica che propone, dando sempre priorità al significato dei testi, senza essere ripetitivo o proporre le solite cose “per andare sul sicuro” con il proprio pubblico (come invece accade a molti artisti dopo il successo); una costante che è iniziata dal 1994, anno di uscita dell’album di esordio “C’hanno preso tutto”. L’ultimo lavoro infatti, “Manifesto abusivo”, è un album introspettivo, che parla di due argomenti molto cari a Samuele: l’amore e l’attualità. Uscito lo scorso ottobre, consta di undici brani più la versione piano e voce del “Bombarolo” di Fabrizio de Andrè, disponibile però solo su iTunes. Il brano che ha lanciato l’album è “Ferragosto”, brano malinconico scritto a “quattro mani” con Sergio Cammariere (già inserito in un album di quest’ultimo), sulle paure del nostro tempo.
Anche in occasione di quest’ultimo album, Bersani è uscito poco in Tv, perché lui ama paragonarsi «a certi bambini di Cattolica che stanno lì a vendere le proprie conchiglie su una cassetta di frutta, ma senza importunare nessuno».
Non meno importante anche la sensibilità di Bersani verso le tematiche sociali; importante la sua iniziativa pro-Emergency: il ricavato del merchandising a lui destinato viene interamente devoluto all’Associazione di Gino Strada, che con tali fondi produce magliette “ad hoc” per i suoi concerti, che poi sono rivendute in occasione degli stessi. Complimenti.
Tornando al concerto di ieri, il cantautore di Cattolica ha proposto i brani maggiormente conosciuti al grande pubblico: la canzone di apertura è stata “Crazy boy”, poi ha mischiato sapientemente brani emozionanti come Spaccacuore, Giudizi universali, Replay, Il mostro, Il pescatore di asterischi, Ferragosto, Una delirante poesia, con brani ironici e dall’ironia tagliente quali Freak, Cosa vuoi da me, Coccodrilli, Senza titoli, Le mie parole, Che vita, Cattiva!, Lo scrutatore non votante; chiudendo poi il concerto con la ritmata Chicco e spillo.
Bravo Samuele. A quasi quarant’anni, la tua semplicità ed autoironia, in un Mondo della musica che viaggia sempre più spedito verso l’omologazione e l’apparire fino all’esasperazione (come del resto l’intera società contemporanea), sono un vero toccasana, quasi un vaccino.
Ecco alcune foto del concerto:
1. Foto ravvicinata di Samuele (per gentile concessione di Giulia Carbone)
02. Foto di Samuele che prepara il fedele leggio (per gentile concessione di Cinzia Caporale)
03. Qui Samuele mostra simpaticamente il leggio al pubblico (altra foto di Cinzia)
04. Samuele al piano per la struggente “Il mostro” (ancora di Giulia Carbone)
05. Panoramica del palco (per gentile concessione di Giovanni Imperato)