Elezioni comunali a Roma: la Capitale cerca ancora riscatto

Chi sono i candidati a Sindaco di Roma? Già, perché le prossime elezioni amministrative, passate un po’ in sordina causa Covid-19 malgrado le importanti città chiamate alle urne, coinvolgeranno anche la Capitale.

Una Capitale disastrata da anni, tra buche, cantieri, animali che gironzolano a mo’ di Zoo safari e spazzatura.

L’arrivo dei Cinquestelle ha sì posto forse fine a certi meccanismi che da troppi anni strozzavano la città, ma una grande svolta non si è vista. Sebbene Virginia Raggi non sia la fata turchina e non è munita di bacchetta magica per eliminare problemi che derivano da decenni di abusi. Frutto della comnistione tra politica, organizzazioni criminali e lobby imprenditoriali.

Vediamo chi sono i candidati a Sindaco di Roma e i favoriti.

Candidati a Sindaco di Roma chi sono

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Ecco chi sono i candidati a Sindaco a Roma e si contende dunque il trono non certo semplicissimo del Campidoglio.

Virginia Raggi

Virginia Raggi

Il Movimento cinque stelle non ha trovato l’accordo con l’ex nemico Pd nella Capitale e dunque conferma l’uscente Virginia Raggi.

La Raggi, prima che scoppiasse la Pandemia e l’attenzione dei media si distraesse sul nuovo coronavirus, era attaccata quotidianamente sui giornali locali e nazionali. Del resto, la sua vittoria aveva posto fine all‘establishment che per anni ha governato la Capitale. Con una certa preponderanza per il centro-sinistra.

Volendoci solo soffermare ai primi sindaci eletti direttamente dal ’93, gli osannati Rutelli e Veltroni hanno vissuto tempi d’oro per i Comuni. Quando i soldi piovevano dall’alto e i Sindaci si potevano permettere anche sprechi, che i due non hanno lesinato.

Poi è arrivata la parentesi di centro-destra con Alemanno, il cui soprannome, AleDanno, sintetizza bene quei 5 anni.

E così è tornato il centro-sinistra, con l’imbarazzante Marino. Anche se pure vittima di un contesto che non lo ha mai davvero sostenuto (tra cui Renzi allora segretario del Pd).

Dopo il commissariamento si è arrivati così alla Raggi, che non beneficerà del boom di cui godeva il M5S cinque anni fa. Date le recenti giravolte nazionali e le guerre intestine dei Pentastellati.

Difficile dunque una riconferma, almeno che il Pd, qualora non superasse il ballottaggio, non dia il proprio sostegno.

Enrico Michetti

enrico michetti

Lega, Fratelli d’Itaia e Forza Italia hanno trovato la quadra intorno al nome di Enrico Michetti. Sponsorizzato da Giorgia Meloni, da anni data come possibile candidata a Roma, ma la furba Giorgia sa che sarebbe un grosso autogol in questo momento storicamente favorevole per la sua figura politica. Perché a lei, come a Salvini, più che governare, piace fare campagna elettorale permanente.

Ma torniamo a Michetti. Come riporta RomaToday, è un romano de’ Roma, classe ‘66. Avvocato, professore di Diritto degli Enti Locali presso l’Università di Cassino, direttore de La gazzetta amministrativa e del Quotidiano della P.A.

E’ anche speaker radiofonico: molto noto al pubblico per le “pillole” dispensate attraverso una seguita emittente romana. Quindi, a quel giusto tocco mediatico che serve per aggraziarsi l’elettorato, soprattutto quello passionale come quello romano.

Gode di stima anche negli ambienti politici, visto che, nel corso della sua attività professionale, ha affiancato molti sindaci di centrodestra.

La Meloni ha utilizzato una citazione cinematografica per presentarlo: “Michetti è come il signor Wolf, risolve problemi”.

Michetti sarà affiancato da una donna, come il politically correct ormai impone. Si tratta di Simonetta Matone, magistrato che per anni ha lavorato come sostituto procuratore al Tribunale dei minorenni di Roma. Anche lei riconoscibile mediaticamente, visto che spesso è presente come ospite in Tv nelle vesti di opinionista.

Roberto Gualtieri

Roberto Gualtieri

Roberto Gualtieri è invece il candidato del Pd, sebbene manchi l’investitura ufficiale che gli sarà data domenica 20 giugno sono. Quando alle primarie sfiderà Cristina Grancio, Imma Battaglia, Stefano Fassina, Tobia Zevi, Giovanni Caudo e Paolo Ciani. Come al solito nelle primarie del pd, candidati di facciata.

Come riporta Wikipedia, Gualtieri dal 2009 al 2019 è stato deputato europeo del Partito Democratico, presiedendo la Commissione per i problemi economici e monetari dal 2014 sino alla sua nomina a ministro.

È stato ministro dell’economia e delle finanze dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021 ed è stato eletto deputato il 1º marzo 2020, sostituendo Paolo Gentiloni nominato commissario europeo.

Come già ho scritto quando fu nominato Ministro, Gualtieri è stato relatore per la modifica dell’articolo 136 del Trattato di Lisbona che istituisce il MES, fondo per il quale l’Italia ha versato 50 miliardi e ne dovrà versare altri 75.

Il MES è in pratica quel meccanismo che prevede che per mantenere stabile l’euro nel caso in cui dovessimo trovarci in grave crisi, l’UE ci aiuterebbe prestandoci soldi presenti in quel fondo, in cambio di qualche privatizzazione.

Nel 2011 è stato, insieme a Guy Verhofstad, membro della squadra che aveva il compito di convincere i governi europei ad accettare il “Fiscal Compact”. Anche qui è d’uopo dire cosa sia: la regola che ci obbliga a politiche fiscali restrittive anche in caso di ciclo economico avverso, condannandoci alla crisi permanente.

Per intenderci, due premi Nobel per l’economia come Krugman e Stiglitz l’hanno definita: “La più grande tragedia della moderna politica economica“.

A completare il quadro il fatto che abbia presieduto il Financial Assistance Working Group, finalizzato a monitorare che la Grecia facesse bene le riforme di tagli alla spesa e cessione del patrimonio in cambio degli aiuti europei.

Insomma, uno che è più avvezzo con le questioni legate all’austerity e alla subordinazione dell’Italia a Berlino, che non alle vicende romane.

Carlo Calenda

CARLO CALENDA

Carlo Calenda, classe 1973, si candida da solo con il partito Azione. Fondato dopo essere uscito dal Pd.

È un europarlamentare, già viceministro dello sviluppo economico nei governi Letta e Renzi, per poi diventare Ministro dello sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni.

Calenda si pone come alternativa a tutti gli altri, anche se alla fine finirà soprattutto per erodere voti al Pd. Pure pochi, peraltro, almeno stando ai sondaggi.

Persona preparata, diretta, spesso in contrapposizione con Renzi ai tempi del governo, ma che parte molto svantaggiato non avendo particolare sostegno alle spalle. La sua candidatura “rischia” di fare un favore al centrodestra.

Chi vincerà elezioni a Sindaco di Roma?

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Volendo azzardare una previsione, direi che favorito è il candidato del centro-destra Michetti. Visto che ha quel giusto mix vincente fatto di popolarità locale da un lato e vento in poppa dei partiti alle spalle dall’altro.

Inoltre, per la professione che svolge, dovrebbe essere anche preparato per il ruolo che è chiamato a ricoprire.

Più difficile una conferma della Raggi, tra delusione per questi 5 anni al governo della città (ma come detto, a Roma ci vorrebbe una bacchetta magica per cancellare decenni di abusi) e indebolimento dei Cinquestelle.

Il candidato del Pd, Gualtieri, sembra più calato dall’alto e poco in sintonia con la città.

Chance pressoché nulle per Calenda.

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