Calabria zona rossa, ma per il Virus della Malapolitica

La divisione in tre colori diversi delle regioni italiane in merito alla emergenza Covid-19, ha lasciato molti scontenti. Ha per esempio fatto scalpore il colore giallo assegnato alla Campania (poi di fatto diventata rossa nel giro di una settimana, senza passare per l’arancione e dal Via), così come quello arancione assegnato alla Sicilia. Mentre la Calabria ha avuto un bel rosso.

Il colore rosso assegnato alla Calabria è però legato soprattutto alla situazione pesantemente deficitaria e caotica in cui versa la Sanità regionale. Commissariata ormai da tempo e che ha visto nel giro di pochi giorni, l’avvicendamento di ben tre commissari.

Ripercorriamo la vicenda commissari alla Sanità in Calabria, la nomina di Gino Strada e perché la Calabria è stata decretata zona [sta_anchor id=”calabria”]rossa[/sta_anchor].

Eugenio Gaudio chi è

eugenio gaudio chi è

Prima il caso di Saverio Cotticelli, che aveva ammesso di non sapere di dover lui organizzare un piano anti-Covid. Arrivando a dire di essere scomodo per la massoneria e di essere stato forse anche drogato.

Poi è arrivato Giuseppe Zuccatelli, che come ricorda Il Giornale, si è dimesso a sua volta per un video apparso in rete e risalente alla prima fase dell’emergenza. Nel quale diceva che per prendere il Covid-19 dovevi solo baciarti con una persona per 15 minuti con la lingua. Per poi ammettere, messo spalle al muro, di aver detto una fesserie e che le varie misure ormai stranote (mascherine, lavaggio mani, distanziamento sociale) sono indispensabili. Ma ormai la frittata è stata fatta.

Ed ora, l’ultima nomina riguarda Eugenio Gaudio, medico 64enne di origini cosentine. Già consigliere del ministro dell’Università e della Ricerca scientifica e Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’.

Come riporta Il Fatto quotidiano, Eugenio Gaudio risulta anche nel registro degli indagati della procura di Catania tra le persone coinvolte in una maxi inchiesta su una serie di concorsi all’Università della città siciliana.

L’indagine scoppia nel giugno del 2019 ed è composta da tre filoni. Quello che coinvolge l’ex rettore si è chiuso l’estate scorsa: Il 27 luglio del 2020 la procura ha notificato l’avviso di conclusione indagini a 54 persone.

I legali di Gaudio, gli avvocati Gian Domenico Caiazza e Carmelo Peluso, hanno già chiesto l’archiviazione per il loro assistito, che il 25 settembre scorso si è fatto interrogare dal pm Marco Bisogni. La procura non ha ancora assunto un provvedimento formale: lo farà nelle prossime settimane dopo aver valutato le posizione dei vari indagati.

Il 17 novembre, il giorno dopo la nomina, Gaudio ha già rinunciato all’incarico.

Gino Strada e la nomina in Calabria

Gino Strada foto

Si era fatto il nome anche di Gino Strada. Che ora però dovrebbe affiancare Gaudio. Sebbene lo stesso fondatore di Emergency abbia ammesso sul proprio profilo Facebook di non avere ancora nessun ruolo preciso. Ecco il suo post:

 

Apprendo dai media che ci sarebbe un tandem Gaudio-Strada a guidare la sanità in Calabria.
Questo tandem semplicemente…

Pubblicato da Gino Strada su Lunedì 16 novembre 2020

In effetti, Gino Strada rischia di fare la fine del solito Totem messo lì come figurina. Per fare finta che ora le cose vanno bene. Non a caso, a spingere per la sua nomina c’è pure Matteo Renzi.

Il quale, quando andò al Governo, oltre a volere Nicola Grattieri come Ministro della Giustizia (pare fu posto il veto dall’allora Ministro della Giustizia Napolitano), ha anche nominato Raffaele Cantone come presidente della Commissione anti-corruzione. Ma abbiamo visto quanto quell’organismo sia poi servito realmente.

Sinceramente, spero tanto che Gino Strada resti fuori da quel sistema sporco e farraginoso. E che continuasse ad occuparsi della sua bella fondazione, che tanto bene lavora nelle zone di guerra.

Nella serata del 17, Gino Strada sempre sul suo profilo Facebook, ha annunciato un accordo di collaborazione tra EMERGENCY e Protezione civile “per contribuire concretamente a rispondere all’emergenza sanitaria in Calabria“.

Perché Calabria è zona rossa

perché calabria zona rossa

Riguardo la Calabria, mi dispiace tantissimo, perché è una magnifica terra maltrattata dalla politica e dalla ‘Ndrangheta. Rimasta pure orfana poco dopo le ultime regionali, del Governatore Joe Santelli. Che si era spesa tantissimo malgrado una malattia incalzante.

La Sanità in Calabria è commissariata da 11 anni e nulla è stato migliorato in tutti questi anni. Una denuncia molto significativa è contenuta in questa lettera inviata da un medico di Cosenza al sito Quotidiano Sanità.

Come spiega Fanpage, in Calabria nelle settimane precedenti la decisione, si sono registrati più di 200 contagi quotidiani. I numeri sono molto più bassi rispetto ai casi che si contano in Lombardia o Piemonte. Ma la fragilità del sistema sanitario regionale basta da solo a collocare la Calabria tra le zone a rischio massimo.

Polemiche sono state sollevate dopo che la Regione Calabria ha stabilito un nuovo metodo, del tutto autonomo, di conteggio dei ricoveri in terapia intensiva: prima erano stati dati 26 posti, poi diventati 10. Questo ritocco al ribasso è stato possibile solo perché dal 3 novembre solo chi è intubato sarà considerato in terapia intensiva.

Chi è in ventilazione assistita, anche se si trova nel medesimo reparto, non viene conteggiato come posto in terapia intensiva. Non è chiaro se questo cambio di strategia risponda all’esigenza di fornire al Governo numeri più bassi, nel tentativo di evitare l’istituzione in Calabria della zona rossa.

Sempre alla vigilia della decisione di assegnare alla regione la zona rossa, in Calabria l’indice Rt medio è all’1,66 (il Cts indica fissa all’1,5 la soglia oltre la quale scatta il livello d’allarme) mentre Piemonte e Lombardia avevano superato quota 2, con un Rt rispettavamente a 2,16 e 2,09.

A preoccupare poi sono anche il tracciamento e il numero dei tamponi, che rientrano tra i 21 parametri indicati dal Cts che determinano la collocazione di una Regione in una delle tre fasce di rischio.

In Calabria quotidianamente vengono effettuati circa 2800-2900 tamponi. Individuare la rete di contatti stretti dei positivi poi è quasi impossibile.

Questa triste vicenda porta alla luce un’altra disfunzione tutta italiana: l’inutilità dei commissariamenti, anche quando sono molto lunghi.

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