Per caffè sintetico si intende la realizzazione in laboratorio di qualcosa di molto simile alla materia prima originale.
Il cibo che ci attende in futuro sarà sempre più sintetico, in nome della salvaguardia del pianeta e di un’alimentazione più consapevole e meno inquinante.
Dopo la farina di insetti e la carne sintetica, ci toccherà di fatti bere anche il caffè sintetica. Una ciofeca, per dirla alla Totò.
Per caffè sintetico si intende la realizzazione in laboratorio di qualcosa di molto simile alla materia prima originale. Che ne emula anche le fattezze estetiche e il sapore.
Caffè a rischio
Come spiega Vanity Fair Italia, il cambiamento climatico renderà inadatte alla coltivazione di caffè il 50% delle terre dove attualmente si produce. Almeno stando quanto asseriscono diversi studi. Un po’ quanto starebbe succedendo con il vino, la cui fascia adatta alla coltivazione si sta neanche troppo lentamente spostando verso Nord, zone cioè meno calde.
Attualmente, quasi il 90% della produzione mondiale si concentra in 10 paesi. In cima alla lista c’è il Brasile, seguito da Vietnam, Colombia, Indonesia ed Etiopia. E proprio il Brasile sembra essere il paese più colpito dalla desertificazione, con la percentuale di terre destinate al caffè perse pari all’88%.
Come funziona il caffè sintetico
Dunque, l’idea è quella di coltivare caffè in ambienti artificiali, grazie all’utilizzo degli stessi bioreattori che oggi vengono sperimentati per coltivare piante a bordo delle Stazioni Spaziali.
Certo, le caratteristiche organolettiche più pregiate del caffè, con ogni probabilità, andrebbero perdute. Ma il risultato dovrebbe comunque essere accettabile.
Alternativa sarebbe quella di cambiare le abitudini e spostarsi verso altre tipologie di bevande. Vallo a spiegare ai napoletani, per i quali la preparazione del caffè è un rito sacrosanto. Eduardo De Filippo docet!
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