Che cosa è il bullismo
Il termine Bullismo deriva dal termine britannico Bullying. Indica una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione come bersagli facili e/o incapaci di difendersi. L’accezione è principalmente utilizzata per riferirsi a fenomeni di violenza tipici degli ambienti scolastici, e più in generale, di contesti sociali riservati ai più giovani. Il Bullismo è iniziato in concomitanza con la diffusione della scuola pubblica, che ha messo insieme in una stessa classe persone provenienti da classi sociali diverse. E ciò crea anche contrasti e problematiche.
Esistono diversi tipi di bullismo, che si dividono principalmente in bullismo diretto e bullismo indiretto.
Il bullismo diretto è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e a sua volta può essere catalogato come:
- bullismo fisico: il bullo colpisce la vittima con colpi, calci, spintoni, sputi o la molesta sessualmente;
- bullismo verbale: il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente cose cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi, sgradevoli o minacciandola, dicendo il più delle volte parolacce e scortesie;
- bullismo psicologico: il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo o mette in giro false voci sul suo conto;
- cyber-bullismo o bullismo elettronico: il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite SMS o in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo, per minacciarlo o dargli fastidio.
Il bullismo indiretto è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso, e tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola per mezzo soprattutto del bullismo psicologico e quindi con pettegolezzi e calunnie sul suo conto.
I primi studi sul bullismo furono svolti solo a partire dalla seconda metà del XX secolo. Presumibilmente in concomitanza con la diffusione della scuola pubblica. Un tempo solo elitista. Si svolsero nei paesi scandinavi, a partire dagli anni settanta, e, poco dopo, anche nei paesi anglosassoni, in particolare in Gran Bretagna e Australia: uno degli studi pionieristici si deve alle indagini di Dan Olweus a seguito di una forte reazione dell’opinione pubblica norvegese dopo il suicidio di due studenti non più in grado di tollerare le ripetute offese inflitte da alcuni loro compagni. Da allora in poi il fenomeno è stato oggetto di una crescente attenzione, soprattutto da parte della cronaca giornalistica.
Chi sono i soggetti coinvolti nel Bullismo
Nelle azioni di bullismo vero e proprio si riscontrano quasi sempre i seguenti ruoli:
- “bullo o istigatore”: è colui che fa prepotenze ai compagni
- “vittima”: è colui che più spesso subisce le prepotenze
- “complice”: colui che, magari, ride all’azione del bullo, “alimentandolo”
- “attendente o spettatore” che partecipa all’evento senza prendervi parte attivamente e in fondo, nella sua passività, può avere comunque un ruolo attivo e pur sempre complice
Una prima distinzione è in base al sesso del bullo: i bulli maschi sono maggiormente inclini al bullismo diretto, mentre le femmine a quello indiretto. I maschi in particolare, tendono maggiormente all’approccio di forza, mentre le femmine preferiscono la mormorazione. Per quanto riguarda invece l’età in cui si riscontra questo fenomeno, si hanno due diversi periodi. Il primo tra i 8 e i 14 anni di età, mentre il secondo tra i 14 e i 18, ma negli ultimi anni si sono riscontrati fenomeni di bullismo anche tra i ragazzi di 11 anni e anche di meno.
Il bullismo, quindi, varia da un semplice rapporto diadico ad una gerarchia di bulli che si circuiscono a vicenda.
Differenze tra Bullismo, Mobbing e Nonnismo
I tre fenomeni, seppur di natura coercitiva e vessatoria, si distinguono tra loro per il contesto in cui avvengono e le persone che coinvolgono. Se il bullismo si consuma negli ambienti scolastici e tra minorenni o adolescenti, il Mobbing avviene sui luoghi di lavoro e tra persone adulte. Il Nonnismo in ambito militare ed esercitato da militari appartenenti a gerarchie superiori.
Un sito molto interessante sul tema è State of Mind, da cui ho attinto diverse info riportate di seguito.
Cos’è il Cyberbullismo
La chiamano ”Generazione Z”. Sono tutti quei ragazzi nati tra la metà degli anni ’90 e il primo decennio del nuovo millennio. Alcuni sono maggiorenni, altri poco più che adolescenti. Una cosa li accomuna: sono cresciuti tra smartphone, tablet, Internet e computer e non sanno che prima esisteva un’era in cui questi dispositivi non esistevano o non erano alla portata di tutti. Conoscono alla perfezione come funzionano ma, nonostante questo, non comprendono fino in fondo che insidie si possono nascondere dietro lo schermo.
Le cause di tutto questo vanno ricercate nel complesso rapporto tra emozioni, istinti e corpo. La comunicazione online, eliminando la presenza fisica dell’altro, ci porta o ci permette di comportarci in maniera diversa rispetto a quanto faremmo dal vivo. Tutte le emozioni vissute nella loro dimensione online sembrano esacerbate. In particolare, l’aggressività giocata online si manifesta senza presenza fisica quindi senza un limite in grado di contenerla. L’esclusione del corpo dal processo comunicativo tende a favorire comportamenti più disinibiti, incrementa l’aggressività e la sessualizzazione delle relazioni.
Gli esperimenti di Milgram negli anni 60′ sull’obbedienza all’autorità ci avevano già detto che la vicinanza della vittima sul piano percettivo aumenta il legame tra azioni e conseguenze, rendendo saliente la responsabilità personale per la sofferenza inflitta.
Dati su Bullismo e Cyberbullismo
Telefono Azzurro è una onlus nata nel 1987 con lo scopo di difendere i diritti dell’infanzia. Secondo i dati diramati dalla stessa Onlus sul proprio sito, dal settembre 2015 al giugno 2016, Telefono Azzurro ha gestito circa un caso al giorno di bullismo e cyber bullismo. Un dato preoccupante che rappresenta solo la punta dell’iceberg rispetto alla vastità del fenomeno. In totale i casi gestiti sono stati 270, che hanno richiesto un totale di 619 consulenze.
- Area Geografica: il fenomeno viene alla luce maggiormente al nord, dove sono stati gestiti circa il 45% dei casi e da dove vengono segnalati il 57% dei casi nazionali di cyberbullismo.
- Nazionalità: prevalenza delle vittime di nazionalità italiana (con un dato che si attesta attorno all’85% dei casi): bambini e adolescenti di origine straniera contattano Telefono Azzurro principalmente per altre motivazioni parlando di episodi di bullismo o cyberbullismo solo legati ad altre difficoltà.
- Genere: Le femmine vittime di bullismo sono il 45%, dato che sale al 70% per episodi di cyberbullismo. I bulli sono generalmente maschi (60% dei casi) e amici o conoscenti della vittima. Le ragazze sono responsabili del 25% dei casi in cui la bulla agisce sola, cui si aggiunge un 15% in cui opera in gruppo.
- L’Età delle vittime si sta abbassando: un trend in crescita è quello che vede come vittime bambini sempre più piccoli, anche di 5 anni (22% dei casi). Le richieste di aiuto per episodi di cyberbullismo hanno inizio durante le scuole secondarie di primo grado e proseguono in adolescenza (1 richiesta su 2 coinvolge preadolescenti).
- Le problematiche associate al bullismo: i casi di richiesta di aiuto per bullismo o cyberbullismo vengono segnalati anche con altre problematiche: problemi scolastici, difficoltà relazionali e problematiche legate all’area della salute mentale (bassa autostima, ansia diffusa, paura o fobie, gli atti autolesivi, le ideazioni suicidarie e i tentativi di suicidio) le principali.
Come accorgersi se ragazzo o bambino subisce Bullismo
Isolamento sociale, crescente aggressività verso famigliari (genitori, fratelli, vicini), scarso rendimento a scuola. Ricerca finlandese iniziata nel 1989 e durata 15 anni su 5mila bambini che allora avevano 8 anni, divisi in 4 gruppi, afferma che il 20% di bambini esposti a prevaricazioni da parte dei bulli, hanno sviluppato poi in età adulta un problema di salute mentale. Inoltre, tra i quattro esaminati, il gruppo che aveva una percentuale più alta (circa il 31%) di psicopatologie in età adulta era quello composto da soggetti che in infanzia erano stati sia bulli sia vittime, con un’alta associazione con depressione, disturbi d’ansia, schizofrenia e abuso di sostanze.
Vittime di Bullismo autori di stragi
Negli Usa 2/3 delle stragi consumatesi nelle scuole sono conseguenza del bullismo subito dagli stragisti. Tra le più famose si ricorda quella consumatasi alla Columbine High School, dove rimasero uccisi 12 studenti e un insegnante. Mentre i due autori si suicidarono.
Come deve agire un genitore se figlio vittima Bullismo
Comportamenti che potrebbero destare allarme sono il ritiro sociale, atteggiamenti maggiormente aggressivi con i genitori o con i fratelli (specie quelli più piccoli), l’abbandono di uno sport, la voglia di ritirarsi dalla scuola. Gli esperti suggeriscono un atteggiamento di dialogo che non escluda il conflitto, evitando atteggiamenti drastici.
Volendo stilare un Vademecum:
- cercare di avere una visione d’insieme di quanto accaduto
- ascoltare attentamente la vittima e mantenere la calma
- bloccare l’autore delle aggressioni segnalandolo al blog o al social network
- salvare tutto il materiale che può fungere da prova e poi cancellare dalle chat foto e dialoghi denigratori
- valutare la possibilità di sporgere denuncia alla polizia postale dopo aver condiviso l’accaduto con la scuola ed i soggetti coinvolti
- collaborare se possibile con gli altri genitori coinvolti
- non rimproverare o colpevolizzare vostro figlio per non essersi difeso da solo
- creare un atmosfera che trasmetta sicurezza, protezione, e contenimento della paura
- essere pazienti nell’ascoltare vostro figlio a più riprese
- rivolgersi a strutture e professionisti specializzati per l’aiuto
PREDICIOTTESIMO: IL NUOVO MALE CHE INCOMBE SUGLI ADOLESCENTI
Cosa può fare la scuola contro Bullismo
Importante che per il 7 febbraio è stata istituita la giornata mondiale della sicurezza in Rete: Safety internet day.
Alcuni studi americani evidenziano l’importanza dell’attività fisica nella riduzione degli istinti vessatori nei confronti dei pari (tendenze al bullismo), ed altri come il gioco tra pari (giochi di ruolo o videogames) pure funzioni. Far vedere film (Giffoni ha dato il suo contributo con film dedicati al tema), istituire un incontro settimanale con sociologi e psicologi. Anche musica e pittura possono incidere positivamente nella dissuasione.
Ascolta il mio intervento in radio sul Bullismo