La bufala del bambino immigrato annegato con pagella cucita per colpa di Salvini

In questi giorni, sta occupando le cronache un nuovo caso di una nave carica di immigrati proveniente dalla Libia, che Matteo Salvini non vuole far sbarcare in Italia. L’Italia così si divide nuovamente in buoni e cattivi. Dove gli scranni dei primi è occupato da quanti vogliono far sbarcare gli immigrati nel nostro Paese in maniera continua e senza soluzione di continuità. Per un infinito travaso di africani in Italia che finisce per ingrassare Ong che manco i paesi di origine vogliono far approdare. E sfruttatori locali di manodopera “a nero”, prostituzione e strutture sfitte da locare.

Sugli spalti dei cattivi, invece, troviamo seduti quanti sono stufi di sbarchi di disperati che finiscono allocati nelle periferie delle città. Alimentando guerre tra poveri. E vorrebbero porre fine a certi loschi affari. Puntando ad una soluzione che viene scambiata per pura retorica: aiutiamoli a casa loro. Puntando peraltro il dito contro quei paesi che hanno spolpato l’Africa. E che magari lo fanno ancora, come l’ipocrita Francia. O nuovi colonialisti, come la Cina.

E in questo scontro tra moralisti e cuori di pietra, tutte le notizie sono buone per attaccare il Ministro degli interni Salvini. Come quella del bambino immigrato morto annegato in un nubifragio, trovato con una pagella cucita nella tasca della giacca. Al quale il Pd è subito corso a fare i funerali, nella speranza che possa servire a fargli dire qualcosa di sinistra. Così come è servito a tanti intellettuali di sinistra per attaccare ancora una volta Matteo Salvini.

Peccato però che si tratti di una mezza [sta_anchor id=”bambino”]bufala[/sta_anchor].

Bambino immigrato con pagella cucita morto nel 2015

makkox vignetta bambino pagella cucita

La storia finita su tutti i giornali, telegiornali, notiziari, siti web e commentata da importanti politici ed opinionisti. Utilizzata soprattutto per attaccare la politica di stop ai migranti del ministro dell’Interno Salvini.

Il Pd del Lazio ha pure postato tanto di post su Facebook:

“Sei annegato nel Mediterraneo con la pagella in tasca. Sei nostro figlio e ti dedicheremo una scuola del Lazio. #noisiamodiversi…”

Del resto, il massimo esponente del Pd Lazio è Nicola Zingaretti, tra i candidati alla segreteria del Partito democratico. Dunque, perchè perdere questa occasione?!

Bella poi la toccante vignetta pubblicata da Il Foglio a firma di Makkox, vignettista reso celebre dal programma Propaganda Live. Prima in onda su Raitre e ora, come tanti, su La7. In cui si vede un bambino sul fondo del mare con in mano una pagella e un polipo che si complimenta per la sua pagella.

La vicenda di questo povero figlio della disperazione è venuta a galla grazie ad un libro della dottoressa Cristiana Cattaneo, medico legale del laboratorio Labanof. La dottoressa Cattaneo ha scelto di raccontare storie come quella del 14enne che veniva dal Mali in un libro, intitolato “Naufraghi senza volto” (Cortina Editore). Come la vignetta di Makkox, questo libro rende omaggio alla memoria di questo giovanissimo pieno di speranze.

Sulle pagine del Corriere della Sera, Cristina Cattaneo ha raccontato la commozione provata dinanzi al cadavere dell’adolescente. Un’emozione diventata ancora più grande al momento del ritrovamento di quella pagella, che stava piegata accuratamente e cucita all’interno della giacca che il ragazzo aveva ancora addosso. Forse un modo per presentarsi nella maniera migliore alle persone che lo avrebbero accolto nel nuovo Paese, una maniera per farsi apprezzare, un inno di speranza per un avvenire migliore. Avvenire spezzato dalle onde del mare.

Tuttavia, occorre parlare di mezza bufala. Anche se sarebbe bello parlare di bufala totale. Infatti, il bambino è realmente stato trovato cadavere con una pagella cucita nella giacca. Ma è morto in un nubifragio del 2015. Anno in cui al governo c’era Renzi, nel suo periodo di pieno splendore post-europee.

E, soprattutto, anno in cui tra Libia ed Italia almeno una decina di Ong facevano la spola con le loro navi dalle coste libiche ai porti italiani, aperti a tutto e tutti, e dove sono sbarcati centinaia di migliaia di migranti. Grazie ad uno scellerato accordo firmato dall’allora custode del Viminale, Angelino Alfano, che aveva trasformato le navi della Guardia Costiera in traghetti con rotta Libia-Siciali.

Per un totale di oltre 600mila immigrati arrivati, secondo il Viminale, tra il 2011 (anno della geniale destituzione di Gheddafi) e il 2017. Ma anche un numero drammatico di morti annegati nel tentativo disperato di trovare un futuro migliore.

La tragedia resta. Ma anche la figuraccia di certi moralisti e perbenisti a mezzo carta stampata, Tv e Social.

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