Perché bronzi scoperti a San Casciano cambiano la storia

Perché bronzi scoperti a San Casciano cambiano la storia

Sensazionale scoperta a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. Già definita la più importante dai tempi dei bronzi di Riace. Sono state infatti rinvenute 24 statue di bronzo (di cui 5 alte oltre un metro), ex voto, cinquemila monete in oro, argento e bronzo ed altri oggetti, nel corso di uno scavo al santuario etrusco-romano. Il quale è connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande.

I bronzi scoperti a San Casciano dei Bagni raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro, assieme agli organi e alle parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo della divinità attraverso le acque termali.

Periodo particolarmente fortunato per l’inestimabile patrimonio culturale italiano questo, visto che in queste settimane erano state anche rinvenute le effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore in quel di Perugia e Firenze. Un’ottima risposta, dunque, alla polemica innescata dalla chiusura degli Uffizi nel ponte di Ognissanti.

Ma scopriamo perché la scoperta dei bronzi di San Casciano dei Bagni riscrivono la storia.

Caratteristiche dei bronzi ritrovati a San Casciano dei Bagni

Come riporta Il Tempo, i bronzi si sono conservati ottimamente grazie all’acqua calda della sorgente, la quale ha pure preservato le iscrizioni in etrusco e latino che furono incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese.

Perché Bronzi di San Casciano riscrivono la storia

Come riporta Globalist, le statue e gli ex voto ribaltano la storia degli etruschi, visto che sono una testimonianza di come la loro lingua sembra sopravvivere molto più a lungo rispetto alle date canoniche della storia. Così come le conoscenze mediche degli Etruschi, che sembrano essere riconosciute e accettate pure in epoca romana.

Il luogo si presenta come una sorta di bolla di pace. L’archeologo Jacopo Tabolli, giovane docente dell’Università per Stranieri di Sienase, spiega come

anche in epoche storiche in cui fuori infuriano i più tremendi conflitti, all’interno di queste vasche e su questi altari i due mondi, quello etrusco e quello latino, sembrano convivere senza problemi

Che poi prosegue

Qui passa il tempo, cambia la lingua, cambiano persino i nomi delle divinità, ma il tipo di culto e l’intervento terapeutico rimangono gli stessi

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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