Pd, chi sono Bonaccini e Schlein in corsa per la leadership

Pd, chi sono Bonaccini e Schlein in corsa per la leadership

Il Partito democratico è all’ennesima resa dei conti nei suoi circa 15 anni di esistenza. Nel corso dei quali ha già cambiato 8 segretari.

La sconfitta alle ultime politiche, dovuta all’incerta guida di Letta, che ha prima rinnegato i Cinquestelle e poi preferito Sinistra italiana-Verdi a Calenda-Renzi (qui un’analisi), ha rimesso tutto i discussione. Per un partito che da quando esiste non ha ancora trovato una sua vera identità, non riuscendo ancora a superare le sue tante contraddizioni interne.

I due nomi che ora spiccano per la guida del Pd sono quelli di Stefano Bonaccini e Elly Schlein. Il primo risultato in un recente sondaggio di Euromedia come il preferito in generale, mentre la seconda dai soli elettori del partito. Hanno comunque entrambi staccato di molto tutti gli altri.

Vediamo chi sono.

Stefano Bonaccini chi è

Dopo una lunga esperienza politica a livello locale, come riporta Wikipedia Stefano Bonaccini è dal 2014 il Governatore dell’Emilia-Romagna, battendo alle ultime elezioni regionali del 2020 Matteo Salvini nel suo momento migliore. Complice anche la mobilitazione del movimento delle sardine, del quale si sono perse le traccia. Sconfisse così la sua candidata, la senatrice Lucia Borgonzoni, per 51 a 43 percento al primo turno.

Modenese di nascita, 55 anni, Bonaccini si sta distinguendo nel suo ruolo ma anche come membro del partito. Politicamente si pone tra le correnti più a sinistra del partito, essendo figlio di un camionista e di un’operaia, entrambi iscritti al PCI. Ma anche per la sua militanza nei Ds prima della fusione con la Margherita.

Liberal e riformista, Stefano Bonaccini è stato spesso critico col Pd nazionale e ha preso proprie decisioni distinte da Governatore durante la Pandemia. E’ stato coinvolto in un paio di controversie giudiziarie, conclusesi con un’assoluzione e un’archiviazione.

Elly Schlein chi è

Veniamo a quella che viene considerata la sua principale rivale: Elly Schlein, all’anagrafe Elena Ethel Schlein.

Sebbene il nome rievochi quello di un personaggio da romanzo inglese ottocentesco, come riporta sempre Wikipedia è nata a Lugano nel 1985, figlia di Melvin Schlein – un politologo ed accademico statunitense d’origine ebraica aschenazita – e dell’italiana Maria Paola Viviani, professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria. Dunque origini diverse rispetto a Bonaccini.

Possiede così tre cittadinanze: italiana, statunitense e svizzera. Nel 2008 e nel 2012 partecipa alla campagna elettorale di Barack Obama e si iscrive al neonato Pd italiano credendo che fosse qualcosa di simile a quello oltreoceano. Ma, probabilmente, ne rimane delusa viste le tante battaglie interne al partito. Come quella #OccupyPD, nato in risposta all’affossamento della candidatura di Prodi al Quirinale.

Nel 2014 diventa europarlamentare, acquisendo il ruolo di vicepresidente della delegazione alla commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione UE-Albania (D-AL) e membro della commissione per lo sviluppo (DEVE). Ma nel 2015 esce dal Pd per approdare in Possibile, la versione italiana del movimento spagnolo Podemos, allora in piena ascesa.

Infatti, già l’anno prima aveva aderito alla corrente di Pippo Civati, critica rispetto alle scelte di Letta di aderire ad un governo di larghe intese. L’ascesa di Renzi ha fatto il resto.

L’11 febbraio 2020 viene nominata vicepresidente della regione Emilia-Romagna con delega assessoriale al Welfare e al Patto per il Clima proprio da Bonaccini, ma vota No al Referendum sul taglio dei parlamentari. Fa anche parte di Green Italia.

Nel 2002 viene eletta per la Camera dei deputati nel collegio plurinominale Emilia Romagna 02 come capolista del Pd. Tuttavia, dal 2015 non risulta più iscritta al partito.

Bonaccini Vs Schlein alla guida del Pd

Insomma, parliamo di due personaggi molto diversi, per età anagrafica, background culturale e familiare, esperienza politica ed idee. Entrambi però portano istanze di cambiamento, seppur molto diverse, che potrebbero fare del bene al Pd dopo gli ultimi anni di restaurazione lettiana. Bonaccini è di formazione classica post-comunista, proletaria. La Schlein, invece, è più di impronta liberal americana, nonché vicina alle istanze della Green Generation.

Entrambi poi sembrano poter riportare il partito su binari di sinistra, persi ormai da un decennio dopo le ultime guide democristiane e liberiste. La vittoria delle destre dovrebbe spingere ulteriormente in questo senso. Vedremo al Congresso cosa deciderà la sempre più delusa e ristretta base dei democratici.

Sondaggio

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