Il potere finanziario e mediatico raggiunto da Netflix negli ultimi anni gli permette di produrre film che si presentano come moderni capolavori. Ma appaiono più come torte eccessivamente farcite da finire per disgustare. E’ anche il caso di Blonde.
La pellicola dura quasi 3 ore, un po’ quanto accaduto con The Irish man. Tuttavia, in quest’ultimo film il regista è un certo Martin Scorsese e i tre protagonisti sono attori con la “a” maiuscola quali Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci. Eppure, nonostante le premesse, anche in questo caso non mancano note dolenti esposte qui.
Certo, anche in Blonde il cast è di tutto rispetto. Ma sono diverse le cose che non vanno. Vediamo di seguito trama e recensione di Blonde, il film di Netflix su Marilyn Monroe.
Blonde trama
Blonde è un film scritto e diretto dal regista neozelandese Andrew Dominik, alla sua sesta pellicola e più importante. Si basa sull’omonimo libro di Joyce Carol Oates dedicato a Norma Jeane Mortensen, nota al mondo come Marilyn Monroe (Ana de Armas).
Il film inizia con Marilyn bambina vittima di una madre, Gladys (Julianne Nicholson), con gravi problemi psichici. Al punto da tentare di ucciderla più volte e finire in una struttura psichiatrica, mentre la piccola Norma Jean finisce in più case famiglia. Prima di intraprendere la carriera di fotomodella prima e attrice poi.
La madre Gladys gli mostra la foto di suo padre, asserendo che non potrà incontrarlo perché egli è un uomo importante di Hollywood e non può prendersi cura di lei perché la sua esistenza finirebbe per danneggiarlo. Quella foto rimbomberà nella testa di Marilyn per tutta la sua esistenza e conoscere suo padre diventerà la sua ossessione. Riceverà da lui molte lettere, nelle quali gli promette un incontro che non avverrà mai, fino alla spiazzante sorpresa finale.
Nel corso del film, viene evidenziato il lato tragico della vita di Marilyn Monroe: dalle tre gravidanze interrotte ai matrimoni falliti con il campione di baseball Joe di Maggio (Bobby Cannavale) e il famoso sceneggiatore Arthur Miller (Adrien Brody), passando per le tante crisi di nervi durante le riprese con tanto di sedativi per placarla fino al rapporto nascosto e violento con il presidente degli Stati Uniti John Fritzgerald Kennedy.
Ci sono poi aspetti inediti ai più sulla sua vita, come il triangolo amoroso con Eddy Robinson Jr. (Evan Williams) – figlio del famoso attore Edward G. Robinson – e Charles “Cass” Chaplin Jr. (Xavier Samuel), a sua volta figlio del leggendario Charles Chaplin.
Blonde recensione
Prima di proseguire la lettura, avvisiamo che parleremo anche del finale, quindi è presente uno Spoiler.
Il film ricalca in modo forse troppo eccessivo il lato tragico della vita della Monroe. Per dirla in un linguaggio Social “Mai una gioia“. Alcune sequenze sanno addirittura di film Horror. Certo, nessuno mette in dubbio che la sua breve vita non sia stata felice e che nel buio dei riflettori accecanti di Hollywood fosse una donna sola, depressa, segnata da una infanzia traumatica e dal mancato incontro con suo padre.
E’ proprio su quest’ultimo aspetto che si basa la più grande menzogna sulla quale ruota tutto il film. Il quale assurge come verità il libro di Oates, che di fatto è più un romanzo che un biografico. Infatti, come sottolinea Den of Geek, la vera Marilyn sapeva chi era suo padre e che il vero Charlie Chaplin Jr. le è sopravvissuto di sei anni, l’intera sequenza è una bugia completa.
Infatti, nel finale di Blonde vediamo Marilyn apprendere della morte di Charlie Chaplin Jr. da una telefonata del loro amico (e nel film amante) Eddy Robinson Jr. Il quale gli spedisce come ricordo un orsacchiotto che piaceva tanto alla Monroe avendone uno uguale da bambina e che i tre avevano trovato per strada mentre passeggiavano.
Tuttavia, nel pacco c’è anche un biglietto, col quale Cass gli rivela che le lettere che ella riceveva dal padre in realtà gliele inviava lui per cercare di colmare quel vuoto. E sarebbe proprio questa notizia a spingerla ad assumere un cocktail di barbiturici che la portarono al suicidio.
Il tutto però è pura invenzione. Norma Jean in realtà nella vita reale sapeva chi fosse il padre: Charles Stanely Gifford, con cui la madre ebbe una breve relazione mentre lavorava a Hollywood come tagliatrice di pellicole. Tra l’altro, proprio ad inizio 2022 un test del DNA ha confermato che fosse suo padre.
Inoltre, Chaplin Jr. è sopravvissuto a Marilyn sei anni, morendo anch’egli molto giovane, a soli 42 anni. Mentre Edward G. Robinson morì anche prima, a 40 anni. Quindi sia la morte del primo che la telefonata del secondo visti nel film sono pura invenzione. Certo, entrambi vissero male il fatto di portare dei nomi così ingombranti come quelli dei loro padri. Di fatti ebbero una carriera spinta più dall’anagrafe che dal talento. Ma ciò, più che un vantaggio, fu soprattutto la causa della loro infelicità ed auto-distruzione.
Nel film si vede anche la Monroe portata come fosse un pacco postale nella stanza del presidente Kennedy, il quale la tratta come un oggetto. In effetti, se il film mostra con coraggio e anche in modo alquanto spinto questo aspetto, non va in fondo alla cosa. Visto che, come riportiamo qui, i Kennedy sono tra i principali sospettati della sua morte. Ma preferisce deviare verso strade puramente inventate. Del resto, parliamo di un colosso del mainstream come Netflix.
Blonde ha avuto molte critiche anche riguardo il tema dell’aborto, visto che mostra il feto che parla a sua madre. Quasi per intenerire e scoraggiare le donne che optano per questa scelta. Come se non fosse già traumatica e dolorosa. Di fatto le critiche femministe non si sono fatte attendere.
Da salvare è sicuramente l’interpretazione di Ana de Armas, bellissima attrice cubana, che abbiamo già apprezzato in pellicole come Blade Runner 2049 o No time to die. La quale ci mette tutta l’intensità per rendere il risultato finale quanto più triste e atroce possibile. In quello che finisce per essere un incubo di circa 3 ore da quale non si vede l’ora di svegliarsi.
Molto meglio a nostro avviso il film Marilyn, di cui abbiamo parlato qui.
Spiegazione finale di Blonde
Ricapitoliamo il finale di Blonde, dopo aver detto che è totalmente una invenzione. Marlilyn Monroe, sola e in balia della sua tristezza, riceve un pacco contenente un ricordo dell’amico Cass, inviato dal loro amico comune Eddy. Il pacco contiene un orsacchiotto che le piaceva tanto, visto che ne aveva uno uguale da bambina.
Ma oltre all’orsacchiotto c’è anche un biglietto, con su scritto nella parte anteriore “For my daughter” e nella parte posteriore “There never was a tearful father, Love, Cass“.
In pratica con questo biglietto Charlie “Cass” Chaplin Junior rivela a Marilyn che era stato lui ad inviargli tutte quelle lettere fingendosi suo padre, per colmare il vuoto di non averlo mai conosciuto. Una notizia che sconvolge la Monroe al punto da spingerla al suicidio.