Non è mai successo che un dibattito presidenziale si tenesse in giugno, dato che si fanno sempre da metà settembre.
Il Deep State americano – Stato profondo, termine con cui si riferisce agli organismi, legali o no, che grazie ai loro poteri economici o militari o strategici condizionano l’agenda degli obiettivi pubblici, di nascosto e a prescindere dalle strategie politiche – ha deciso di fare fuori il presidente uscente Joe Biden. Accortosi della sua inadeguatezza imbarazzante e palese.
E lo ha fatto mandandolo al macello mediatico, per fare in modo, cosa che poi è successa, che tutti i media mainstream si accorgessero di quello che i Social vanno dicendo da tempo, ma anche acclamati psichiatri e anche qui già da tempo. Biden ha seri problemi cognitivi ed è un pericolo per il mondo.
Ciò che è andato bene fino a ieri, per mandare avanti discorsi come la guerra alla Russia, i lockdown e la vaccinazione di massa, non è più sufficiente per tenerlo ancora a galla e in carica. Anche perché oggi ha già quasi 82 anni e finirebbe il mandato a 86 anni (dato che il mandato finisce nel gennaio successivo alla fine del mandato). Difficoltà a deambulare, a mettere su un discorso, a ricordare, le tante gaffe e quant’altro sono segnali sempre più frequenti che non possono essere più ignorati. Neppure dai suoi burattini.
Non a caso, non è mai successo che un dibattito presidenziale si tenesse in giugno, dato che si fanno sempre da metà settembre. I Democratici lo hanno proposto 3 mesi prima per avere modo di togliere il vecchio Joe in tempo e mettere al suo posto un sostituto.
Ecco chi potrebbero essere i sostituti di Joe Biden per la corsa alla Casa Bianca.
Chi potrebbe sostituire Joe Biden per la corsa alla Casa Bianca
Come riporta Corriere della sera, se Biden dovesse fare un passo indietro, verrebbe scelto durante la convention di agosto a Chicago. Altrimenti, se dovesse farlo dopo, spetterebbe al partito scegliere il successore.
Il più quotato è il governatore della California Gavin Newsom: relativamente giovane, di bella presenza, con un profilo nazionale, anche se non manca qualche scandalo. Newsom tuttavia resta cauto e anzi ritiene che il partito resta unito con il presidente.
Altro nome è quello di Kamala Harris, più che altro perché è l’attuale Vice presidente. Non riceverebbe in automatico i delegati, ma il presidente potrebbe tentare di influenzare il processo dandole il proprio endorsement.
Il terzo nome è quello della governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer, nota soprattutto perché durante il Covid tenne abilmente testa a Donald Trump che alimentava le proteste contro le restrizioni che aveva imposto.
Altri nomi più defilati sono quello del governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro, quello dell’Illinois, J.B Pritzker e il deputato della California Ro Khanna.
Si parla anche di Michelle Obama, moglie di Obama. Ma si tratta più di una suggestione.
In caso dovesse confermarsi Joe Biden, Donald Trump non avrebbe problemi a vincere. Tuttavia, potrebbero subentrare altri fattori proprio come accaduto nel 2020. Se la macchina del Deep State si è già messa in moto, potremmo aspettarci degli imprevisti…
Ricevi le news via Mail (controlla anche in Spam) o su Telegram:
Iscriviti alla nostra Newsletter