Bialowieza, il polmone d’Europa a rischio: dove si trova e cosa rischiamo

Una delle ultime foreste intatte del nostro Continente è in pericolo. Białowieża, infatti, è l’unica grande foresta millenaria di pianura rimasta in Europa. Questa foresta ospita gli alberi più grandi del continente, e l’ultimo grande mammifero selvatico d’Europa: il bisonte. Solo una piccola parte di essa (il 16 per cento) è protetto dallo status di parco nazionale e altre parti sono protette dall’Unione Europea e come sito del patrimonio mondiale dell’Unesco. Ora rischia di diventare una vera e propria cava di legname. Dove si trova e quali rischi corriamo?

Dove si trova Bialowieza

Bialowieza
Il bisonte, specie protetta nella foresta

La foresta di Białowieża è un’antica foresta vergine situata lungo il confine tra la Bielorussia e la Polonia, 70 chilometri a nord di Brěst. Essa rappresenta tutto ciò che resta dell’immensa foresta che migliaia di anni fa si estendeva su tutta l’Europa. La produzione industriale, la necessità di cementificare, l’urgenza di spazio per pascolare, l’hanno ridotta drasticamente. Appartenente ai Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO e Riserva della biosfera si trova nella Bielorussia sud-occidentale, nel Voblast di Brest e nel Voblast di Hrodna per quanto riguarda la parte bielorussa; nel voivodato della Podlachia (190 chilometri a nord di Varsavia) per quanto riguarda la parte polacca.

Sul territorio polacco essa è protetta anche come parco nazionale e si estende su circa 100 chilometri quadrati. Sul territorio bielorusso invece la riserva della biosfera copre circa 1.771 chilometri quadrati. La parte centrale della foresta si estende per 157 km², l’area “cuscinetto” per 714 km² e la zona di transizione per altri 900 km². Il parco nazionale e il Patrimonio dell’umanità vero e proprio si estendono per 876 km². Il confine che divide i due stati corre attraverso la foresta e, ad oggi, è chiuso sia per i grandi animali che per i turisti.

Quali rischi corre Bialowieza

Bialowieza
Bialoweiza rischia di trasformarsi in una cava di legno

Negli ultimi anni, infatti, gli ambientalisti hanno vinto la battaglia per mettere sotto controllo il taglio degli alberi: le comunità locali e il governo possono abbattere e raccogliere solo una quota di legname ogni anno. Il nuovo ministro dell’ambiente Jan Szyszk però ha deciso di aprire la foresta al taglio commerciale, guarda caso proprio quando la quota prevista è stata già raggiunta. Il ministro sostiene che il legno resti “marcire” in quanto gli abeti vengono uccisi dal Bostrico dell’abete, un coleottero che divora la corteccia dell’abete rosso. In gioco però non ci sono gli abeti rossi in decomposizione, ma evidenti interessi commerciali. E infatti gli scienziati hanno sbugiardato le ragioni “scientifiche” del taglio promosse dal governo polacco: “Se permettiamo che diventi una foresta produttiva, perderà il suo valore e la sua biodiversità”. dice Rafał Kowalczyk, direttore dell’Istituto di ricerca sui Mammiferi di Białowieża, intervistato dal Guardian “Ci vorranno centinaia di anni per porre riparo a questa distruzione”

Come spiega Kowalczyk, l’abete rosso ha radici poco profonde, e soffre per i terreni divenuti più aridi in seguito al cambiamento climatico. Questo è il motivo per cui questo albero è ha perso le difese verso il famigerato coleottero. Si tratta a questo punto di un processo naturale per la creazione di una foresta più resistente: in aree dove abete non riesce a rigenerare, sarà rapidamente sostituito da altre specie – come carpine e tiglio – più adatte alle nuove condizioni ambientali. Inoltre, una foresta naturale è e deve essere ricca di legno morto: non è uno spreco, come sostiene il ministro, ma un habitat essenziale per un gran numero di invertebrati e di altri animali. Per esempio, il picchio tridattilo è quattro volte più raro nella parte commercialmente della foresta di Białowieża, dove gli alberi morti sono più raro.

Cosa rischiamo se Bialowieza viene distrutta

inquinamento provoca capelli bianchi
Tanti fumi industrali

In realtà solo il 57% devoluti da abbattere hanno a che fare con alberi compiti dal coleottero, il cui legno è economicamente inutilizzabile. Le imprese del legno sono invece interessate agli albori sani, possibilmente ai grandi alberi secolari. Ma il guadagno dei venditori di legname è nulla in paragone al valore dell’ultima grande foresta di pianura ancora intatta. E gli scienziati avvertono che aprire al taglio anche aree limitate rischia di spazzare via intere specie. Inoltre, secondo gli scienziati, il parco di Białowieża è ancora troppo piccolo per sostenere alcune specie: 100 chilometri quadrati di parco a fronte di habitat, come quello della lince, che si estendono comunemente intorno ai 300 chilometri quadrati. Per non parlare poi sugli effetti per l’ossigeno e la riduzione del Co2 nell’aria. Insomma, sostengono gli scienziati, il parco va esteso, e fette più ampie di foresta protette.

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