Bevande in lattina provocano danni al cervello: a dirlo ricerca

Bevande in lattina provocano danni al cervello: a dirlo ricerca

Introduzione

Le bevande in lattina sono diventate un simbolo commerciale inequivocabile. Si pensi alla Coca-Cola o alla sua principale rivale: la Pepsi. Così come agli energy drink.

Nei film e nelle serie Tv, poi, spesso vediamo i protagonisti aprire il frigo e spillarsi una birra in lattina fredda. Da accompagnare magari ad una pizza presa al take away.

Una volta aperte, c’è anche il giochino della linguetta, muovendola a destra e a sinistra fino a staccarla. Per vedere alla fine quale lettera esce, iniziale di una persona che ci starebbe pensando in quel momento.

La scienza però ci dice che le bevande in lattina provocherebbero danni addirittura il cervello. Vediamo in che modo.

Perché bevande in lattina provocano danni al cervello

Come riporta Virgilio, l’allarme lo ha lanciato uno studio pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Diseases. Lo stesso specializzato nella sindrome di Alzheimer.

Gli scienziati inglesi hanno studiato la correlazione tra l’alluminio e le malattie del cervello, una fra tutte l’Alzheimer. Sembra infatti che questo metallo sia dannoso per la salute a lungo termine, in particolare per quella del cervello. La causa scatenante sarebbero piccole particelle di alluminio che ingeriamo senza accorgerci, per esempio quando beviamo da una lattina oppure mangiamo un panino incartato con quella sostanza.

Queste piccolissime tracce di alluminio possono entrare nel nostro corpo e creare seri danni alla nostra funzione cognitiva a lungo termine. I ricercatori hanno infatti scoperto che l’alluminio era presente nelle stesse aree del cervello dove ci sono i grovigli di proteine ​​che compaiono nelle prime fasi dell’Alzheimer.

Lo studio ha anche dimostrato che l’alluminio potrebbe essere una delle cose che stimola la formazione di questi grovigli e delle placche che di solito precedono la diagnosi dell’Alzheimer.

Perché alluminio arreca danni al cervello

Non è la prima volta che una ricerca rileva la pericolosità dell’alluminio sul cervello. Individuandola per esempio nei deodoranti.

L’interesse verso l’alluminio e la sua pericolosità per il cervello ha origini negli anni ’60, sebbene le industrie del settore si siano sempre difese. Anzi, la stessa Alzheimer’s Association ha affermato con fermezza che “gli studi non sono riusciti a confermare un ruolo dell’alluminio nel causare l’Alzheimer” e “pochi credono che le fonti quotidiane di alluminio rappresentino una minaccia“.

Tuttavia, dieci anni fa è uscito uno studio del Journal of Alzheimer’s Disease del 2011 dal titolo “Alluminio e Alzheimer: Dopo un secolo di controversie, c’è un collegamento plausibile?“, che ha concluso una cosa molto interessante: dei 34 studi che hanno coinvolto 1.208 partecipanti e 613 casi di Alzheimer, i pazienti di AD avevano “livelli significativamente superiori di alluminio nel cervello, nel siero e nel CSF”.

Conclusioni

Una svolta questa ricerca l’ha portata. Ma ne serviranno altre. La lattina è anche molto dannosa per l’ambiente. Pare infatti che l’ambiente per smaltirla impieghi tra i 20 e i 100 anni. Ecco perché diventa molto importante il riciclo.

Sapevi poi dei rischi degli Energy drink per la salute? Ne ho parlato qui.

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