Bettino Craxi moriva 20 anni fa: pregi e difetti di uno Statista che ancora divide

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 7 Marzo 2020

Vent’anni fa moriva Bettino Craxi. Precisamente, il 19 gennaio 2000. Un personaggio politico, come noto Segretario dello Psi dal ‘76 al ‘92 e Capo di Governo dall’83 all’87, che ancora oggi divide gli italiani.

Tra chi ne tesse le lodi come grande Statista, che fece grande l’Italia all’estero e che fece conoscere al nostro Paese una grande crescita economica, e chi lo ricorda soprattutto come capo di un sistema di corruzione di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze negative.

Ad alimentare la nostalgia craxiana ci pensa anche un film uscito una settimana fa: Hammamet, di Gianni Amelio. Lungometraggio che non ho ancora visto. Ma da quanto ho carpito dai vari dibattiti televisivi e dalle recensioni online, è stato dipinto dal regista con i colori tipici di una Fiction. Romanzato, nostalgico, assolutorio, che omette ogni colpa giudiziaria e cambia molti aspetti della realtà.

Insomma, il tipico film che non vuole prendersi responsabilità politiche, non vuole dare giudizi morali, ma si limita a raccontare gli ultimi giorni di Craxi nel suo esilio volontario nella capitale tunisina. Anche il rapporto con la propria famiglia sembra solo in piccola parte veritiero, così come sono stati modificati alcuni aspetti storici.

Confezionandoli per una fruizione spensierata, che da quanto leggo in giro, già sta provocando diffusi sensi di colpa in quanti all’epoca lo attaccarono violentemente.

Ma non ci si può fermare ad un film romanzato, che mi fa venire in mente quanto fatto per Bohemian Rhapsody, sulla storia dei Queen. Concedendosi fin troppe licenze poetiche, al fine di piacere a tutti.

La storia non va dimenticata e non bisogna lasciarsi andare a nuove nostalgie. Sebbene sia umanamente comprensibile ed è ciò che ci accade un po’ in tutti i campi della vita.

A livello sentimentale, per esempio, rimpiangiamo una persona del passato che all’epoca non ci interessava solo perché nel presente ci sentiamo soli o non più attraenti come un tempo.

O, ancora, a livello calcistico rimpiangiamo qualche calciatore o allenatore del passato perché la squadra oggi va male. Ma magari all’epoca ci ha tradito passando in un’altra squadra o venne cacciato per il suo comportamento.

E così via per il lavoro, l’amicizia, ecc.

Alla luce di come è andata la Seconda Repubblica (peggiore della Prima in termini di corruzione e moralità) e di come sta andando l’attuale Terza (i Cinquestelle sono diventati Casta e gli altri partiti sono macchiette di quelli del passato), è naturale che un personaggio come Bettino Craxi venga ricordato con rimpianto e nostalgia.

Certo, cose positive gli vanno riconosciute, ma è anche giusto controbilanciargli gli aspetti negativi. Vediamo un bilancio dell’operato del Craxi [sta_anchor id=”craxi”]politico[/sta_anchor].

Bettino Craxi aspetti positivi

bettino craxi foto

Ecco a mio avviso alcuni aspetti positivi del Craxi politico:

1. Laicizzazione delle istituzioni italiane

Il nuovo concordato con la Santa Sede, detto Accordi di Villa Madama perché firmato nel 1984 a Villa Madama con il cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato vaticano; il cattolicesimo abbandonava la nozione di “religione di Stato” e veniva abolita la “congrua“. Veniva istituito il contributo dell’8 per mille per i finanziamenti alla Chiesa cattolica e alle altre religioni e l’insegnamento facoltativo della religione cattolica nelle scuole.

2. Ridimensionamento della scala mobile

Il taglio di tre punti della Scala mobile, a seguito del cosiddetto “decreto di San Valentino“, ottenuto con la concertazione della CISL e della UIL, ma contestato dal PCI e dalla CGIL nel 1984. Nel 1985 un referendum abrogativo al decreto fu sconfitto e nell’86 la scala mobile fu definitivamente soppressa.

3. Abbassamento inflazione e crescita dei salari

L’inflazione, dal 1983 al 1987, scese dal 12,30% al 5,20%, e lo sviluppo dell’economia italiana registrò una crescita dei salari (in quattro anni, di due punti al di sopra dell’inflazione) diventando il quinto paese industriale avanzato del mondo. L’Italia durante i governi Craxi entrò di diritto nel G7.

4. Introduzione obbligo registratore di cassa e scontrino

Fu introdotto l’obbligo del registratore di cassa e dello scontrino fiscale, contro l’evasione fiscale nel commercio al minuto.

5. Politica estera atlantica ma anche terzomondista

La politica estera dei governi Craxi fu da un lato di amicizia nei confronti dell’Usa (viene spesso citato il caso Sigonella, ma agli americani fu anche concessa una base missilistica in Sicilia), anche in chiave anti-Urss (per contrastare il Pci, al quale Craxi tentò sempre di strappare l’egemonia della sinistra italiana).

Ma dall’altro, Craxi si pose come punto di riferimento di diversi movimenti nei paesi africani, mediorientali e sudamericani. Anche finanziando dittature o gruppi terroristici (si pensi all’Olp o al dittatore somalo Mohammed Siad Barre). Salvò Gheddafi da un attacco missilistico americano nel 1986, intuendo che la sua rimozione avrebbe pesantemente destabilizzato il Paese (ciò che di fatto è accaduto oggi). Aiutò, di concerto con Andreotti, Ben Alì ad ottenere il potere in Tunisia, anche qui in chiave stabilizzatrice dell’area.

6. Tentativo di riforma presidenziale

Fu forte sostenitore di una riforma presidenzialista, al fine di superare i rallentamenti dovuti ai lavori parlamentari.

7. Riforma scolastica

Durante i suoi governi fu varata una importante riforma scolastica, dato che le istituzioni preposte all’insegnamento erano ancora pressoché ordinate con la Riforma fascista di Gentile.

8. Riduzione potere Democrazia Cristiana

Strappò alla Democrazia Cristiana quasi 40 anni consecutivi di guide al governo. Riuscendo anche a dividere il partito, alleandosi con Andreotti e Forlani (la cosiddetta Dc di destra, formando il cosiddetto CAF), in contrapposizione alla Dc di sinistra guidata da Ciriaco De Mita (che di fatto fu artefice della caduta del suo secondo governo).

9. Critiche a Maastricht in tempi non sospetti

Nel corso degli anni ‘90, intuì che il Trattato di Maastricht andava rivisto in quanto fortemente penalizzante per il nostro Paese.

Bettino Craxi aspetti negativi

craxi berlusconi foto

Vediamo ora gli aspetti negativi da attribuire ai governi Craxi:

1. Debito pubblico raddoppiato

Durante i suoi governi il debito pubblico passò da 234 a 522 miliardi di euro (dati valuta 2006) e il rapporto fra debito pubblico e PIL passò dal 70% al 90%. Ciò ha contribuito a provocare allo Stato l’enorme debito pubblico, decisamente superiore alla media europea. Debito pubblico mai più risollevatosi.

2. Nascita Berlusconismo

Il “decreto Berlusconi” salvava le tre reti dell’imprenditore milanese, dopo l’oscuramento imposto dai pretori di Torino, Roma e Pescara ai canali televisivi della Fininvest. Anche con la collaborazione del Pci, come ben descritto dal libro Il baratto.

Nasce così il duopolio Rai-Mediaset e il potere mediatico di Silvio Berlusconi, che lo sfrutterà per la sua discesa in campo. La quale a sua volta contribuirà pesantemente al rallentamento di Mani pulite a colpi di leggi. Oltre alla nascita di un fenomeno che influirà negativamente su tutta la Seconda Repubblica: il Berlusconismo.

Ci saranno inoltre forti proteste da parte di altri imprenditori televisivi, che avvertirono una notevole disparità di trattamento.

3. Delegittimazione di giornalisti e Magistrati

Durante i governi Craxi e negli anni successivi del suo forte segretariato nello Psi, inizierà da parte del potere politico una forte delegittimazione nei confronti dei giornalisti non allineati al sistema (anche Pertini si farà notare per una certa suscettibilità), nonché dei Magistrati che indagavano sulle malefatte dei partiti. Con l’arrivo del Berlusconismo, tali fenomeni si accentueranno notevolmente.

4. Lottizzazione degli enti pubblici e tangenti

Durante l’era Craxiana, si accentuerà il fenomeno della lottizzazione degli enti pubblici da parte dei partiti politici, sempre al fine di conservare e dilatare il loro potere. Il che provocherà accentuati sprechi economici ed indebitamenti, oltre che forti esuberi a livello occupazionale (si pensi a Poste, Rai, Alitalia o Ferrovie dello Stato, su tutti).

Si avvierà poi la stagione di Tangentopoli, ossia la richiesta di tangenti in cambio di appalti pubblici o altri favori a livello statale. Su tutti i livelli istituzionali, locali e nazionali.

Craxi cercò di creare un centro di potere economico, anche perché il Partito socialista non godeva dei fondi americani come la Dc o di quelli sovietici come il Pci.

5. La rendita di posizione

Perso il potere governativo, il Partito socialista italiana perse la propria bussola politica, dato che Craxi impose una strategia che garantisse quelle che furono definite “rendite di posizione”.

Per esempio, si schierò sulla responsabilità civile dei giudici a fianco di Pannella, sulla chiusura delle centrali nucleari a fianco dei Verdi. Incidendo in entrambi i casi sulla riuscita positiva del Referendum. Ed ancora, si impegnò nella battaglia su l’ora di religione e la penalizzazione del consumo di droghe.

Si schierò anche in favore dell’abolizione del voto segreto nell’approvazione delle leggi di spesa.

6. Personalizzazione della politica

Fu il Craxismo a lanciare un nuovo fenomeno nella politica italiana: la personalizzazione del dibattito politico. I leader politici, quindi, diventavano preminenti rispetto a simboli, programmi ed ideologie. Gli elettori hanno finito sempre più per votare la persona che rappresentava certe idee, anziché le idee stesse.

Non divenne più uno scontro tra Dc, Pci, Psi, Pri, Pli, Pri o Radicali. Ma tra Andreotti, Berlinguer, Craxi, Spadolini, La Malfa e Pannella.

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