Berlusconi Presidente della Repubblica: perché incubo può avverarsi

Introduzione

Quante possibilità ha Silvio Berlusconi Presidente di diventare Presidente della Repubblica? Una domanda che dobbiamo cominciare a porci, visto che nella prossima primavera il Parlamento sarà chiamato a nominare il nuovo inquilino del Quirinale. Che succederà a Sergio Mattarella.

Una domanda che alcuni si pongono con fare speranzoso, altri con fare timoroso. Perché Berlusconi con la sua discesa in campo ha spaccato il paese in due per tutta la Seconda Repubblica, messo poi sempre più ai margini nella Terza. Con l’avanzata di Salvini e l’irruzione dei Cinquestelle.

Rispetto al 2013, quando pure il nome di Berlusconi fu avanzato, le possibilità sono molte di più.

Cerchiamo di capire quali numeri avrebbe.

Berlusconi Presidente della Repubblica numeri

Libero muove il pallottoliere del Parlamento. Se il centrodestra si presentasse compatto sul leader azzurro convergerebbero 451 voti. Una somma così composta:

  • Forza Italia (127)
  • Fratelli d’Italia (58)
  • Lega (197)
  • i totiani di Coraggio Italia più altri centristi (31)
  • Noi con l’Italia-Sgarbi (5)
  • delegati regionali (33)

Ne mancherebbero dunque all’appello 54 per raggiungere la fatidica soglia dei 505 voti. Quelli che servono dalla quarta chiamata in poi, quando la soglia inizia a scendere e le manovre politiche si fanno più intense.

Interessante è la chiave di lettura di Paolo Romani, ex Ministro e per anni fedelissimo di Berlusconi. Oggi nel partito del presidente della regione Liguria Giovanni Toti. Ex giornalista Mediaset, anch’egli uscito dal circo di Arcore:

i berlusconiani confidano nella debolezza di una classe parlamentare che in larga parte è conscia di non essere rieletta, anche per il taglio del numero di deputati e senatori

l’aiuto a Berlusconi non arriverà certo da Alternativa C’è, dove ci sono ex grillini tutti antiberlusconiani. Semmai puoi intercettare qualche ex pentastellato nel Misto spaventato dall’ipotesi Draghi al Colle, oppure i renziani che sono 43 fra Camera e Senato

Diversa la situazione nel gruppo Misto che annovera fra gli altri l’ex grillino Lello Ciampollilo, Andrea Causin, ex azzurro che afferma:

Berlusconi al Colle? Perché no? È evidente che sia una profilo di altissimo prestigio. La sua leadership è riconosciuta in ambito europeo. Diciamola tutta: sono quattro o cinque i quirinabili. E Berlusconi è fra questi

Riccardo Merlo, senatore del Maie – che fra Camera e Senato conta 5-6 grandi elettori – neppure chiude la porta a Berlusconi Presidente della Repubblica: “Perché dovremmo dire no a Berlusconi? Di sicuro non metteremo veti“.

Così come l’ex cinquestelle Nicola Acunzo, che parla di Berlusconi come “personaggio discusso, ma che ha anche diversi lati positivi. Mai dire mai, dunque“.

I renziani sostengono la candidatura di Pierferdinando Casini, ma nel caso in cui il nome non dovesse sfondare, potrebbero in molti convergere verso Berlusconi. Del resto, tra Camera e Senato i renziani non sono pochi: 43. E già si sono resi protagonisti delle votazioni per il Quirinale quando bruciarono la candidatura di Romano Prodi.

Chi sarà prossimo Presidente della Repubblica

Anche a questo giro, il presidente della Repubblica sarà scelto dal centro-sinistra. Come ormai capita sempre da quando c’è la Seconda Repubblica. Sebbene questa volta si tratti di un centro-sinistra sui generis, visto che incorpora anche il Movimento cinque stelle, passato dall’essere anti-sistema a membro effettivo dell’establishment.

Un nome che potrebbe mettere d’accordo tutta la coalizione, che incorpora anche Italia viva e Leu, e potrebbe includere anche Azione di Carlo Calenda (che dopo il buon successo alle amministrative romane ha acquisito maggiore presa in considerazione) è quello di Paolo Gentiloni. Ex Premier, già Ministro e attualmente commissario europeo per gli affari economici e monetari.

Il suo nome però non convince i Cinque Stelle, perché in molti tra i grillini lo ritengono responsabile della caduta del governo Conte bis. Inoltre, abbiamo già detto che Renzi e i suoi sostengono inizialmente Casini.

Gentiloni potrebbe comunque avere un buon seguito tra i forzisti, visto che come Ministro delle telecomunicazioni fu molto accomodante riguardo l’annoso problema del conflitto d’interessi berlusconiano.

Il Pd potrebbe spingere allora per altri nomi più ‘digeribili’ dal M5s, come Walter Veltroni o Dario Franceschini. O riproporre Romano Prodi, come detto già “bruciato” nel 2014.

Un nome che circola con insistenza è anche quello di Mario Draghi, dato tra i favoriti prima che diventasse Premier. Tuttavia, una sua elezione creerebbe un vuoto a Palazzo Chigi, non facile da colmare. Si potrebbe in tal caso scegliere un traghettatore che faccia il compitino impostoci dall’Ue fino alle prossime politiche che si terranno nel 2023.

Un altro nome che sta circolando con sempre maggiore insistenza è quello di Liliana Segre. Senatrice a vita spesso oggetto di odio sui Social. Il Fatto quotidiano ha fatto partire anche una petizione online. Il suo nome potrebbe avere ampi consensi nel centro-sinistra e la sua elezione avrebbe un duplice significato (prima donna al Quirinale ed ebrea) ma parliamo comunque di una persona con più di 90 anni.

Lega e Fratelli d’Italia non hanno proposto alcun nome in particolare, poiché asseriscono di pensare più ai problemi degli italiani che alle trame nelle stanze del potere. Tuttavia, non è detto che tra le loro fila tutti siano concordi col nome di Berlusconi. Sicuramente non mancheranno i franchi tiratori.

Conclusioni

Scegliere un Presidente della Repubblica è diventato sempre più difficile, poiché è diventato più difficile trovare una personalità super partes. Dalla Seconda Repubblica in poi, la politica italiana è diventata sempre più divisa e conflittuale. Non a caso, l’ultimo nome è stato pescato tra i democristiani e ora si fa il nome di un altro centrista doc: Pierferdinando Casini.

Berlusconi è finito? Le 16 nefandezze di cui non dobbiamo dimenticarciBerlusconi è finito? Le 16 nefandezze di cui non dobbiamo dimenticarciBerlusconi Presidente del consiglio sarebbe l’approdo di quasi un trentennio di assurdità tutta italiana. Che ha visto Premier un personaggio che ha abusato del suo potere televisivo, accusato di aver comprato senatori, corrotto avvocati, organizzato orge in casa, aver ospitato un mafioso in casa, che baciò la mano a Gheddafi, che si faceva le leggi Ad personam,ecc.

Pure ad Andreotti, dai molti scheletri nell’armadio, non riuscì l’investitura a Capo dello Stato. Data poi all’amico-nemico Francesco Cossiga.

Ad onor del vero, comunque, il Governo Berlusconi IV è stato l’ultimo votato dagli italiani. Che da Monti in poi, si sono ritrovati Premier scelti a Bruxelles. Inoltre, se da ventenne lo dipinsi quasi come il diavolo, in anni recenti ho rivalutato alcune posizioni.

Personalmente, sarei comunque per un presidenzialismo alla francese. Dove il Capo dello Stato se lo scelgono gli italiani e ci sono i giusti contrappesi. Ma è una riforma che a sinistra non piace, chiamando in causa lo spettro del potere incentrato in una sola persona. Eppure, il nostro Presidente della Repubblica appare più come un fioraio che deposita composizioni in varie commemorazioni. Mentre loro preferiscono farsi comandare da Bruxelles, alias Berlino.

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3 Risposte a “Berlusconi Presidente della Repubblica: perché incubo può avverarsi”

  1. Lo vedrei bene ad un G20 accompagnato da una minorenne, che recita barzellette agli ospiti e che fa le corna durante le foto ufficiali. Un vero esempio per l’Italia.
    Saluti

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