Benigni difende la costituzione…solo da Berlusconi
Una posizione fermissima, irremovibile, perché stiamo parlando della Costituzione italiana, «una delle cose più straordinarie del mondo», Calamandrei, i padri costituenti, un testo sublime, imperfettibile, ineguagliabile, da recitare a memoria: l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, e via dicendo, e via sbadigliando (lo sanno milioni di italiani quanto sia fondata sul lavoro, sarebbe stato più lungimirante fondarla sulla disoccupazione, e a differenza degli Stati Uniti qui non abbiamo nemmeno un quinto emendamento a cui appellarci).
In ogni caso, declamata da Benigni, sembrava davvero commovente, una roba da libro Cuore, e dunque al referendum Benigni avrebbe votato un No a caratteri cubitali, scherziamo? Questa Costituzione non s’ha da toccare. Opinione ribadita fino a ieri, prima di incontrare e genuflettersi a Matteo Renzi, non uno a caso ma il capo dell’esecutivo, e poi dicono di Bruno Vespa. Così, con un giro di valzer alla Pinocchio, il giorno della festa della Repubblica, il vecchio Benigni rilascia un’intervista a Repubblica e dichiara: «Ho dato una risposta frettolosa, dicendo che se c’è da difendere la Costituzione, col cuore mi viene da scegliere il No. Ma con la mente scelgo il Sì. E anche se capisco profondamente e rispetto le ragioni di coloro che scelgono il No, voterò Sì». Ah, il cuore che ti dice una cosa, la mente un’altra, quale nobile dilemma! Povero Roberto, non ci aveva pensato bene, era stato frettoloso, succede.
QUANDO BENIGNI PARLAVA MALE DEL PAPA: UNA CONVERSIONE FRUTTATAGLI 4 MILIONI DI EURO
Meglio preservare un posto in Rai
Intanto a Roma ha votato, guarda caso, per Roberto Giachetti, candidato del Pd: «Penso che Roma sia magnifica, e che si possa raddrizzare. Dovendo scegliere una persona perbene, dopo gli scandali, penso che Giachetti sarebbe un buon sindaco. Quanto a votare, ci vado sempre. Ognuno di noi ha più potere di quel che pensa, e io non lo butto via». Meglio preservare il posto in Rai, discernendo, magnificamente per carità, su qualche testo. Sacro o Profano che sia. Tanto ormai, dopo il successo de La vita è bella (film per cui è peraltro accusato pure di plagio), a Benigni è riuscito poco altro se non che di parlar male di Berlusconi. Ma, in fondo, questo connubio Benigni-Renzi non deve sorprendere più di tanto. Una cosa in comune ce l’hanno, a parte l’accento toscano: sanno interpretare molto bene Pinocchio…