Beko minaccia quasi 2 mila licenziamenti in Italia: le sedi colpite

Beko minaccia quasi 2 mila licenziamenti in Italia: le sedi colpite

Beko è un marchio piuttosto noto anche in Italia per i suoi elettrodomestici di buona qualità a basso costo.

Beko è un marchio piuttosto noto anche in Italia per i suoi elettrodomestici di buona qualità a basso costo. Molto presente su Amazon con i suoi prodotti, ma anche nei negozi fisici. Di origine turca, è gestito dal gruppo Arcelik, il quale ha rilevato gli stabilimenti un tempo di Whirpool.

Beko, ha già chiuso quest’anno due stabilimenti in Polonia e uno in Gran Bretagna, trasferendo le produzioni in Romania, Egitto e Turchia. Dove troverà probabilmente manodopera a più basso costo, ottime condizioni fiscali e una geolocalizzazione più favorevole. Elementi che spingono le multinazionali a cambiare di tanto in tanto paesi delle proprie sedi, lasciando dietro di sé fame e disperazione.

Lo sappiamo bene in Italia, dove pure le multinazionali fanno il bello e il cattivo tempo. E che facciamo sempre più fatica a trattenere, visto che ormai i paesi dell’Est Europa, ma anche dell’Africa e del Medioriente, offrono condizioni molto più vantaggiose da tutti i punti di vista.

E così sta andando via anche Beko, che minaccia quasi 2 mila licenziamenti. Un bel regalo di Natale per tante famiglie e single.

Dove Beko chiude gli stabilimenti

Come riporta Contropiano, Beko minaccia quasi 2000 licenziamenti (1.935 unità, per la precisione) sui 4.440 occupati. In prevalenza, manco a dirlo, operai. E’ questo che la multinazionale Beko Europe ha comunicato nei giorni scorsi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Il gruppo turco Arcelik ha presentato un piano che prevede entro il 2025 la chiusura degli stabilimenti di Siena (produzione di congelatori) e di Comunanza (lavatrici), in provincia di Ascoli Piceno. Destinata a chiudere anche la sede a Fabriano, che ospita il reparto di ricerca e sviluppo. Infine, verrà ridimensionato l’organico anche nello stabilimento di Cassinetta, in provincia di Varese.

Le proteste sono già iniziate: il 18 novembre scorso, un centinaio di operai hanno manifestato e bloccato la strada con fischietti, striscioni, cori e fumogeni, per circa un’ora.

I sindacati hanno invitato il governo a usare gli strumenti a sua disposizione per bloccare i licenziamenti, in primis la Golden Power, inserita a protezione dei lavoratori nella fase di cessione di Whirlpool Emea a Beko.

Ora il tavolo al ministero è stato aggiornato al prossimo 10 dicembre. Speriamo si trovi una soluzione e i licenziamenti siano scongiurati.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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