Un gruppo di ricerca dimostra il meccanismo del riciclo di nutrienti post-mortem da parte di E. coli, un vero testamento per i microbi.
Il ciclo dell’acqua e del carbonio, il compostaggio di residui di potatura o scarti di cucina: sono solo alcuni dei più noti tra i ricicli di nutrienti in natura che sostengono e contribuiscono al benessere della società umana.
Nel loro piccolo, anche i batteri partecipano a questi processi: all’atto della morte, i loro corpi si rompono, causando la fuoriuscita di una serie di nutrienti che vengono utilizzati dai microbi ancora in vita, che provvedono a loro volta a continuare il ciclo quando muoiono.
Eppure i batteri non sono in grado di ingerire grosse molecole come le proteine rilasciate dai “cari estinti”, quindi c’è bisogno di un meccanismo che le scomponga in pezzi più piccoli, quali amminoacidi o al più peptidi (cioè, piccole catene di amminoacidi).
Come fanno i microbi a fare testamento?
È ragionevole pensare che tale meccanismo venga attivato dai batteri che ricevono i nutrienti, ma un gruppo di ricerca internazionale ha invece di recente confermato che il merito è da attribuire ai microbi defunti, che nel loro “testamento” lasciano un’importante eredità ai propri simili.
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