Il Femminismo 2.0 se la prende pure con la Barilla. Già, quella degli spot strappalacrime, che negli anni ’80-inizio ’90 inneggiavano all’unità familiare, all’importanza delle piccole cose. Come mangiare un piatto di pasta per sentirsi a casa o salvare un gattino da un temporale.
Il tutto, in un’epoca nella quale tutte queste cose venivano smembrate, iniziavano a sapere di roba superata. Dove l’edonismo e l’egoismo cominciavano ad imperare e mettere radici, per poi crescere ai volumi smisurati di oggi.
Di recente, la Barilla ha messo in circolazione uno spot televisivo che sa di ritorno al passato, con la tipica musichetta in sottofondo.
Eppure, il femminismo 2.0 è riuscito a trovare comunque il suo nuovo obiettivo contro cui scagliarsi: l’immagine su un pacco di pasta che a suo dire sarebbe offensivo nei confronti delle donne.
Ecco qual è e il motivo dell’accusa.
Immagine Barilla che offenderebbe le donne
L’immagine in questione rappresenta una donna senza veli, stilizzata, con in mano delle piante di grano.
Come riporta Il Primato nazionale, invece, il movimento Female Matters, sul suo profilo Facebook, usa parole pesanti contro l’immagine, parlando di “maschi misogini che hanno nella loro vita spruzzato un po’ di linee e colori sulle tele”. Ed ancora: “Il legame tra il corpo nudo femminile e la fertilità non è più valido in questa società dove le donne vengono utilizzate come bene di consumo per vendere prodotti.“
L’immagine è poi stata rimossa. Ma potete vederla nell’articolo del sito.
Siamo nel 2021 e questi rigurgiti femministi parlano ancora di donna-oggetto nelle pubblicità. Quando, semplicemente, si tratta di una immagine pura, raffigurante presumibilmente Madre Natura. Una donna che è vita, perché dona la vita. Quindi, non di un sedere che indossa un paio di jeans aderenti con effetto push-up. O di un reggiseno contenente una quarta abbonandante.
E pure se fosse, dov’è il problema? Per pubblicizzare prodotti legati all’abbigliamento occorrono per forza dei fisici discreti. Una bella donna non può essere utilizzata per le pubblicità? Inoltre, si tratta di critiche fuori tempo, perché ormai da anni si sta dando spazio alle over size, oltre a fisici nelle sfilate non più scheletrici.
Anche l’uomo ormai è usato come un oggetto
Oltretutto, e sempre ormai da anni, anche l’uomo è usato come fosse un oggetto. Sempre seguendo questo ragionamento. Fisici palestrati, visi perfetti, moderni Zeus che pubblicizzano profumi o capi di abbigliamento.
Evidentemente, però, il femminismo moderno ha bisogno di dire ancora qualcosa. Peccato però che, invece di lottare ancora per le disparità contrattuali, le scarse opportunità di carriera professionali, gli ancora pochi servizi aziendali offerti a chi ha figli piccoli, le nipoti dell’ “Io sono mia” si scandalizzino per un’immagine che sa di arte.
Oltre, che nella ridicolaggine, qui si sprofonda nell’ignoranza.
E cosa si può dire: si incomincia con la inutile e antigrammaticale femminilizzazione dei termini (un capitano di lungo corso al femminile che sarebbe: una capitana di lunga corsa? Oppure una guardia giurata maschio si dovrebbe chiamare guardio giurato?) e si finisce per demonizzare qualunque cosa.
Vorrei commentare citando una frase tratta da un libro della famosa femminista belga Luce Irigaray:
“la teoria della relatività è chiaramente una teoria maschilista perchè predilige la velocità della luce a velocita a noi più utili”.
Ma che vuol dire….