Statistiche dimostrano che i casi di autismo nei bambini sono aumentati in modo spaventoso. Si sospetta la presenza di alluminio nei vaccini.
Secondo i dati diramati di recente dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC), i casi di spettro di autismo tra i bambini americani sono cresciuti in modo significativo negli ultimi anni.
Basti pensare che nel 2000 a 6,7 bambini su 1.000 veniva diagnosticato un disturbo dello spettro autistico (ASD), diventati 27,6 su 1.000 bambini entro il 2020. Ciò significa che attualmente a 1 bambino su 36 negli Stati Uniti viene diagnosticato il disturbo dello spettro autistico, rispetto a 1 su 150. Circa 4 volte di più e parliamo di un lasso di tempo di soli 20 anni.
Le ragioni di questo aumento della prevalenza non sono completamente comprese e sicuramente complesse. Tra i fattori ufficiali troviamo la migliore consapevolezza e migliori screening per l’autismo, ma anche cambiamenti nei criteri diagnostici, ma anche fattori ambientali o genetici. Ad occuparsi di questi dati è stato il giornalista di Statista, Felix Richter.
Ma non solo Usa. Nel Regno Unito, circa un bambino su 57 (1,76%) rientra nello spettro autistico, un dato significativamente più alto di quanto riportato in precedenza, stando ai dati di uno studio su oltre 7 milioni di bambini condotto da ricercatori del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Cambridge. In collaborazione con ricercatori dell’Università di Newcastle e dell’Università di Maastricht.
Un caso eclatante è anche quello della Corea del sud: nel 2023, circa 42,7mila persone in Corea del Sud sono state registrate come affette da disturbo dello spettro autistico (ASD). Si tratta di un aumento di circa il 2.731% rispetto al numero di 1.514 casi registrati nel 2000. Dai visibili qui.
Insomma, la medicina ufficiale cerca di giustificare questi dati a dir poco spaventosi col fatto che siano migliorati i mezzi per individuare lo spettro autistico. In generale, c’è comunque maggiore consapevolezza rispetto a questa patologia, come dimostra il fatto che il 2 aprile sia stata istituita la Giornata mondiale di sensibilizzazione sull’autismo.
Autismo causato da alluminio nei vaccini?
Un caso di studio sull’etica medica, visionabile qui, ha rivelato che quando Merck ha condotto gli studi clinici sul virus del papilloma umano (HPV) Gardasil, ha iniettato sia ai gruppi di ragazze e giovani donne del test che a quelli del placebo, un adiuvante brevettato di alluminio, causando sintomi cronici invalidanti, nonostante le informazioni sul “consenso informato” non menzionino l’ingrediente pericoloso.
Merck ha utilizzato come “placebo” il suo adiuvante brevettato, l’idrossifosfato di alluminio amorfo solfato (AAHS). Lo studio V501-018, tuttavia, non ha utilizzato nemmeno un placebo salino, ma piuttosto la soluzione vettore del vaccino Gardasil che comprende L-istidina, polisorbato 80, borato di sodio e proteina residua del lievito che è un potenziale allergene.
Inoltre, in questo studio sono stati inclusi solo 1.781 bambini di età compresa tra 9 e 15 anni; sia maschi che femmine che sono stati randomizzati in un rapporto 2:1 per ricevere Gardasil o il “placebo” .
Al contrario, il più grande studio pre-autorizzazione sul Gardasil V501-015 (lo studio FUTURE II), ha reclutato 12.167 soggetti, tutte donne di età compresa tra 15 e 26 anni, che sono stati randomizzati in un rapporto 1:1 per ricevere Gardasil o AAHS.
I ricercatori hanno affermato che quattro anni dopo la vaccinazione, ai soggetti in questione i vaccini HPV hanno aumentato gravi disturbi del sistema nervoso e danni generali.
Si scopre che questi soggetti dei test medici hanno ricevuto una dose di alluminio diversa dalla dose che i pazienti hanno ricevuto quando hanno ricevuto l’iniezione dopo che è stata ufficialmente lanciata, sollevando dubbi sulla legittimità dei risultati della sperimentazione per le vaccinazioni nel mondo reale.
Cosa sono gli adiuvanti di alluminio
Gli adiuvanti di alluminio furono scoperti nel 1926 e l’alluminio idrossifosfato solfato amorfo (AAHS) brevettato da Merck è stato utilizzato nei vaccini autorizzati dal 1987.
I ricercatori hanno descritto il danno infiammatorio che l’adiuvante di alluminio causa al corpo. E’ interessante notare che il danno è peggiore quando non associato a un agente vaccinale e che il danno è correlato positivamente al livello di risposta immunitaria (efficacia) suscitato dal vaccino.
Nella ricerca si legge:
l’effetto pro-infiammatorio e pro-necrotico del solo AAHS è stato maggiore.
La ricerca sopra citata conferma che una maggiore immunopotenza va inevitabilmente a scapito di una maggiore reattogenicità determinata dall’infiammazione e di una ridotta sicurezza. Di conseguenza, è riconosciuto che, “nei modelli animali di induzione di malattie autoimmuni, l’infiammazione è essenziale per rompere la tolleranza agli antigeni autoimmuni”.
Ciò significa che i potenti adiuvanti infiammatori hanno le proprietà biochimiche necessarie per indurre malattie croniche sistemiche immunomediate in individui sensibili. È quindi preoccupante che, rispetto ai tradizionali adiuvanti dell’alluminio, Merck abbia dimostrato che l’AAHS è il più potente induttore delle risposte anticorpali.”
Infine, si arriva al fatto che dopo un secolo l’utilizzo di adiuvanti di alluminio nei vaccini resta oscuro:
dopo quasi 100 anni di utilizzo, il modo in cui gli adiuvanti dell’alluminio interagiscono con il sistema immunitario rimane oscuro.
Per questo motivo, nella letteratura scientifica contemporanea, gli adiuvanti dell’alluminio vengono ancora talvolta definiti il “piccolo sporco segreto” degli immunologi.
È quindi sconcertante che la quantità consentita di alluminio nei vaccini umani sia stata selezionata esclusivamente sulla base dell’efficacia, e non su considerazioni di sicurezza, anche se è riconosciuto che per i vaccini profilattici somministrati a individui prevalentemente sani la sicurezza deve avere la priorità rispetto efficacia.