A soffrire la profonda crisi del settore auto sono anche marchi di fascia alta, come Audi e BMW. Ecco perché.
La crisi attuale del settore automobilistico è, molto probabilmente, la più grave di sempre. Poiché, oltre ai problemi ormai cronici con cui si trova a convivere da anni, si è aggiunta pure l’ostinatezza di chi è al potere di imporre le auto elettriche. Le quali hanno poca domanda, e stanno portando al fallimento tanti marchi rinomati: da Volkswagen a Ford passando per Nissan. Per non parlare della vita breve, manco fossero farfalle, di tante startup. Ma a soffrire sono anche marchi di fascia alta, come Audi e BMW. Complici le multe folli sulle “emissioni”, pari a decine di miliardi, costringendole di fatto all’elettrico.
Il tracollo di questi due marchi storici è evidente, per non dire drammatico. E si inserisce in un contesto come quello dell’industria tedesca in crisi profonda per le scellerate politiche post-Merkel.
La crisi anche di Audi e BMW
Secondo il rapporto (leggibile qui) l’utile della BMW nel terzo trimestre 2024 è stato pari a 433 milioni di euro rispetto ai 3,043 miliardi di euro dell’anno precedente. Il calo è stato dell’85,8%. Il calo delle vendite è stato registrato al 13%.
Secondo il rapporto (leggibile qui) Audi AG, parte del gruppo Volkswagen AG, nel terzo trimestre di quest’anno l’utile di Audi è sceso da 1,178 miliardi a 106 milioni di euro. Le vendite sono diminuite del 16%. Pari al 55 % è invece il calo nel terzo trimestre dell’utile operativo del Gruppo Audi, che comprende anche Bentley, Lamborghini e Ducati.
Il paese teutonico, un tempo non troppo lontano “locomotiva d’Europa“, si avvia a chiudere il 2024 con numeri pessimi: i dipendenti coinvolti licenziati supereranno le 150.000 unità. Per non parlare della bilancia commerciale, da due anni in negativo.