Introduzione
Come prevedibile, Julian Assange – programmatore di computer australiano ma soprattutto editore di WikiLeaks, sito che ha svelato molti abusi dei potenti della Terra – sarà estradato negli Stati Uniti. Dove lo attendono da anni per fargliela pagare.
Il passaggio decisivo si è verificato nell’aprile 2019, quando l’Ecuador, dove Assange aveva trovato asilo politico, aveva concesso l’estradizione alla Gran Bretagna. Un passaggio intermedio per arrivare alla fermata conclusiva della sua vita: il carcere duro e lungo in America. Ne ho parlato qui, dove riporto cosa c’è dietro questa mossa del paese centroamericano.
Ma torniamo a quanto sta accadendo adesso e quali rischi corre.
Julian Assange estradato negli Usa
Come riporta Contropiano, l’Alta Corte britannica si è pronunciata a favore del governo Usa ed ha ribaltato la decisione presa a gennaio da giudice distrettuale che aveva bloccato l’estradizione di Julian Assange. I timori che il maggiore organismo giuridico britannico assecondasse le pressioni statunitensi erano emersi con forza nei giorni scorsi, soprattutto alla luce delle frequentazioni tra il giudice Ian Barnett e l’ex ministro Alan Duncan, che fu l’artefice del sequestro/arresto di Assange nell’ambasciata dell’Ecuador e in ottimi rapporti con ambienti della Cia.
Il caso è stato deferito alla Westminster Magistrates Court incaricata di inviare il caso al Segretario di Stato Priti Patel per l’estradizione. Adesso Assange può essere estradato negli con l’accusa di spionaggio.
I giudici della Corte hanno ritenuto che il giudice del tribunale che aveva già esaminato il caso aveva basato la sua decisione a gennaio sul rischio che Assange fosse detenuto in condizioni carcerarie altamente punitive negli USA in caso di estradizione.
Annunciando la sentenza, Lord Ian Burnett ha dichiarato che:
Questo rischio è a nostro giudizio escluso dalle assicurazioni che vengono offerte
La moglie di Assange, Stella Moris, ha definito la sentenza “pericolosa e fuorviante”, aggiungendo che le assicurazioni statunitensi erano “intrinsecamente inaffidabili”.
L’attuale caporedattore di Wikileaks, Kristinn Hrafnsson, ha dichiarato che:
La vita di Julian è ancora una volta gravemente minacciata, così come il diritto dei giornalisti di pubblicare materiale che i governi e le aziende trovano scomodo. Si tratta del diritto di una stampa libera di pubblicare senza essere minacciata da una superpotenza prepotente
Rebecca Vincent, che dirige la sezione britannica di Reporters Without Borders, ha twittato:
Questo è uno sviluppo assolutamente vergognoso che ha implicazioni allarmanti non solo per la salute mentale di Assange, ma anche per il giornalismo e la libertà di stampa in tutto il mondo
Conclusioni
In campagna elettorale del 2018, il M5S aveva assicurato il suo impegno per proteggere la vita di Assange. Con tanto di intervento in streaming dell’australiano. Ma da quando è finito nelle mani del Pd prima e di Draghi poi, ha cancellato ogni abnegazione in tal senso. Un po’ come fatto con Chico Forti.
Fermo restando che l’Italia, da almeno un decennio, in campo internazionale non conti più nulla.
Eppure dovremmo ringraziare Julian Assange. Soprattutto per aver svelato molti soprusi messi a segno dagli Usa. Anche ai nostri danni. Tra i primi documenti emersi nel 2010, uno in particolare ha destato scalpore, ossia che per il governo americano Emergency è «una Ong divenuta insopportabile», e che più volte aveva programmato di chiuderne l’ospedale a Kabul. Proprio qualche giorno prima, c’era stata una strana retata dei soldati americani ai danni dell’Organizzazione del compianto Gino Strada.
E di fatti, il 10 aprile l’ospedale a Lashkar-gah fu chiuso in seguito all’irruzione di uomini della polizia e dei servizi di sicurezza afgani e di militari britannici. Con il prelevamento di membri dello staff di Emergency, rilasciati dopo alcuni giorni perché completamente innocenti.
Era l’unica struttura – si lesse in una nota dell’Ong – in grado di offrire assistenza chirurgica gratuita e di elevata qualità in tutta la provincia di Helmand. Ma agli spietati americani, che si muovono solo per propri interessi, tutto questo non conta nulla.