Aprire una Pokeria: come fare, quanto costa, possibili guadagni

Aprire una Pokeria: come fare, quanto costa, possibili guadagni

Vediamo cos’è una Pokeria, i possibili costi, i potenziali guadagni, come funziona l’opzione del Franchising e se conviene davvero.

Aprire una Pokeria può rivelarsi una scelta vincente poiché questo genere di attività ristorativa è in grande ascesa. Qui si preparano pietanze come poké bowl o poké hawaiano (di recente chiamato anche sushi poké, per la sua somiglianza alla nota pietanza giapponese) di origini hawaiane, che consistono in piatti a base di riso o di insalata, sulla quale vengono adagiati tocchetti di pesce fresco crudo o cotto e verdure di vario genere.

Non mancano poi condimenti come salse, frutta secca, semi, avocado o mango. Alcune varianti prevedono carne invece del pesce. Hanno fatto la loro prima comparsa in alcune grandi città del Nord come Milano, Bologna e Rimini, per poi spuntare anche a Roma e via via nel sud Italia.

Aprire una Pokeria significa fare investimenti importanti e soddisfare determinati requisiti. Di seguito vediamo dunque cosa serve per aprire una Pokeria, quanto costa, quali sono i requisiti necessari, quali sono i potenziali guadagni e la scelta del Franchising. Ma prima, è giusto fare un breve cenno su cosa sia una Pokeria.

Cos’è una Pokeria?

Come spiega TeamSystem, la pokeria è un locale di tipo Fast food o take away (ma può anche essere concepito come ristorante a tutti gli effetti) che propone piatti a base di poke. Si tratta di un piatto di origine hawaiane e significa letteralmente “tagliato a pezzetti”, in riferimento che sia composto da tante porzioni coricate su un letto di riso.

La sua diffusione nel mondo ha ribattezzato questo piatto “poké bowl”, oggetto anche di rivisitazioni. Inoltre, per renderlo più familiare cavalcando l’onda della popolarità dei ristoranti giapponesi, viene spesso anche chiamato “sushi poké“.

La ricetta tradizionale del poke prevede semplicemente pesce, sale e frutta secca. Questi gli ingredienti:

  • base con riso sushi, riso integrale o insalata;
  • pietanza principale costituita da pesce come tonno, salmone, gamberi, spigola, surimi. Oppure carne bianca come il pollo. O, ancora, proteine vegetali come il tofu;
  • i condimenti sono solitamente costituiti da: verdure, pomodori, avocado, edamame, alga wakame e alga nori, salsa.

La Pokeria è un tipo di locale prediletto da chi vuole provare cose nuove, colorate, ma anche pietanze personalizzabili e tutto sommato salutari alla luce degli ingredienti che prevede. Una sorta di fast food in versione vegetariana e lontana dalla solita nomea di proporre junk food (cibo spazzatura).

Cosa serve per aprire una Pokeria?

Passiamo ora al fulcro della nostra guida: come aprire una Pokeria. Partiamo dall’iter burocratico, la parte più noiosa della vicenda. Un elenco indicativo, ma non esaustivo perché alcuni aspetti variano da regione a regione, degli aspetti da soddisfare è il seguente:

  • aprire una Partita Iva o aggiungere il codice ATECO specifico se già se ne possiede una;
  • iscrivere la società presso il Registro delle Imprese competente a livello locale;
  • comunicare il cosiddetto Avvio Attività (SCIA) al Comune sul cui territorio ricade la sede del locale;
  • ottenere il permesso di affissione di una insegna con relativo pagamento di una tassa annuale;
    apertura posizioni INPS ed INAIL ai fini della copertura pensionistica e assicurativa;
  • comunicazione all’Agenzia delle Dogane nel caso si vendano anche alcolici (birre, vini, ecc);
  • acquisizione di un attestato SAB o titolo equivalente;
  • conseguire un attestato di partecipazione a un corso HACCP, obbligatorio anche per gli eventuali dipendenti assunti;
  • mettere a norma il locale dal punto di vista igienico-sanitario e della sicurezza. Fondamentale è la presenza di un sistema di aspirazione dei fumi (meglio noto volgarmente con l’appellativo di canna fumaria), obbligatorio in caso di cottura di alimenti. Salvo caso in cui non preveda esclusivamente ingredienti crudi.

E’ possibile chiedere informazioni presso l’ufficio adibito per le attività produttive presenti presso il Comune e la Regione di riferimento. Inoltre, è consigliabile farsi seguire da uno studio commercialista.

Quali sono i requisiti per aprire una Pokeria?

Veniamo ora ai requisiti personali e quelli relativi al locale. Per quanto riguarda i requisiti personali, occorre innanzitutto avere spirito imprenditoriale, capacità di problem solving, saper gestire le conflittualità tra i dipendenti, avere capacità di leadership ma anche di empatia.

Inutile dire che aprire una Pokeria implica anche avere inizialmente i capitali adeguati, onde evitare una esposizione debitoria eccessiva dalla quale potrebbe essere difficile rientrare. Dal punto di vista legale e burocratico, invece, è obbligatorio possedere le eventuali licenze previste dal settore enogastronomico (come SAB e HACCP), così come possedere la maggiore età (18 anni compiuti al momento dell’avvio delle pratiche) e non avere in carico condanne o fallimenti.

Per quanto riguarda invece i requisiti del locale, esso deve essere grande abbastanza da contenere cucina, sgabuzzino, Wc, eventuali tavoli e sedie. Deve consentire a personale e clientela di muoversi adeguatamente (quindi dipende se prevediamo un locale che agisca come semplice take away oppure un vero e proprio ristorante/fast food). Mediamente, una Pokeria è ampia almeno 30 / 50 mq.

Deve altresì soddisfare gli standard in materia di igiene, sicurezza, agibilità ed urbanistica, ottenendo i relativi nulla osta degli organi competenti (in primis la ASL). Obbligatoria la presenza di una canna fumaria per la cottura di alimenti, salvo caso in cui non preveda esclusivamente ingredienti crudi.

Cos’è la soluzione ghost o dark kitchen?

Negli ultimi anni sta diventando un’abitudine sempre più diffusa farsi portare il cibo da casa, il che ha portato a un utilizzo sempre più radicato dei servizi di delivery e di app al seguito.

La Pokeria non è certo da meno e di fatto si apre anche una soluzione chiamata ghost / dark kitchen. In pratica, si apre una Pokeria che prevede solo una cucina o un laboratorio e non è aperta al pubblico. Qui si prendono gli ordini e si attiva un servizio di consegna a domicilio per abitazioni, uffici o negozi. Il che consente di abbattere molti costi e di avere buoni margini di guadagno.

Certo, per la formula ghost / dark pokerie sarebbe più opportuno optare per un Franchising, il che ci rende facilmente riconoscibili sulle app. Torneremo sulle Pokerie in Franchising successivamente.

Quanto costa aprire una Pokeria?

Veniamo ora alla nota dolente: quella dei costi. Aprire una pokeria richiederà un budget ed un investimento minimo quantificabile in almeno 50.000 euro o più. L’importo complessivo dipende da vari fattori, ossia:

  • tipologia di Pokeria che vogliamo aprire (take away, fast food, ristorante, ghost/dark);
  • numero di dipendenti;
  • caratteristiche del locale (dimensioni, arredo, attrezzature, ecc.);
  • arredamento;
  • geolocalizzazione del locale (città, posizione centrale o periferica);
  • pietanze che proponiamo.

Poi ci sono costi come

  • le tasse e le imposte per le licenze e lo smaltimento dei rifiuti;
  • le utenze (acqua, elettricità, telefono, internet, ecc.);
  • marketing e pubblicità (volantinaggio, cartellonistica, ecc.);
  • piattaforme per la presenza web (sito, gestione Social, app per il delivery e prenotazione tavoli, ecc.).

Molto dipende dunque dalle nostre scelte persoli. Data però la tipologia di pietanze offerte, piuttosto semplici, e che il locale non prevede dimensioni notevoli, è un’opzione più economica rispetto ad altri tipi di attività legale alla ristorazione, come appunto un ristorante giapponese/cinese, greco, un McDonald’s, una pizzeria, di cucina italiana, ecc.

Inoltre, potremmo ridurre alcuni costi curando noi stessi il profilo Social del locale anziché affidarci a un Social media manager. Così come allestire un sito web con validi servizi di Hosting gratuiti o a basso costo.

Quanto si guadagna con una Pokeria?

Secondo una stima di My business plan, i guadagni mensili di una Pokeria vanno dai 10 mila euro ai 100 mila euro mensili. Dipende dalla complessità del servizio offerto e dal target della clientela.

Un semplice take away è ben altra cosa rispetto a un ristorante Poke di lusso.

La posizione del locale è una scelta strategica fondamentale. Ideale sarebbe aprire in una zona frequentata dai giovani, la clientela più attratta da questa formula. Quindi si potrebbe pensare a una zona universitaria, visto che gli studenti, soprattutto i fuori sede, preferiscono pasti veloci tra una lezione e l’altra. Inoltre, frequentano la zona anche per le uscite serali.

Oppure lungo una strada con un frequento passaggio pedonale, magari sul corso o nelle strade affluenti. O, ancora, nei pressi di negozi e uffici, confidando sul fatto che i dipendenti chiamino per il servizio delivery.

Aprire una Pokeria in Franshising: come funziona e se conviene

L’opzione del Franchising è vantaggiosa per quanto riguarda i costi ma anche per beneficiare di una guida iniziale sulle scelte da fare. Tra gli svantaggi principali, invece, troviamo il fatto che il marchio imponga le scelte da prendere e occorra versare una royalties.

Come funziona una Pokeria in franchising? In pratica, un cliente (franchisee) si affilia a un brand già presente sul mercato (franchisor) per usarne il marchio, avere già uno stile di arredamento predefinito, beneficiare di un rapporto privilegiato con i fornitori.

Una scelta strategica potrebbe essere quella di iniziare in Franchising e poi, una volta fatte “le proverbiali ossa” sganciarsi e aprire con un marchio e uno stile proprio. Avvisando a tempo debito clienti, fornitori e dipendenti onde evitare controproducenti contraccolpi. E leggendo attentamente le postille previste dal contratto di Franchising.

Le migliori Pokerie in Franshising

Vediamo quali sono alcune tra le migliori Pokerie in Franchising (elenco reperito da Info franchising):

  • Poke House
  • Waikiki
  • Poker by NIMA
  • Macha Pokè
  • Pokescuse
  • Poke storie
  • I love Poké
  • Mama Poké
  • Ami Poké

Conviene aprire una Pokeria?

Se abbiamo intenzione di investire nella ristorazione, aprire una Pokeria può risultare una scelta vincente, visto che questo genere di attività è molto di tendenza. Con le scelte giuste in termini di logistica si possono conseguire ottimi risultati, anche perché non si tratta di una semplice moda, ma anche di abbracciare uno stile di vita che sposa appieno la maggiore consapevolezza rispetto al consumo di cibo salutare.

Una Pokeria si coniuga perfettamente pure con gli stili frenetici di oggi, che impongono per molti pasti veloci, ma in questo caso preservando una certa attenzione alla leggerezza e alla naturalezza delle pietanze. Il tutto, rispondendo anche al proverbio “anche l’occhio vuole la sua parte“, visto che un piatto pokè si presenza colorito.

Infine, la Pokeria, per genere di pasto, può agganciarsi al successo già ben radicato di altre forme di ristorazione alternative a quella tradizionale italiana, in primis la cucina giapponese e quella orientale in generale (cinese, thai, fusion).

Conclusioni

Foto di Murat AKSOY da Pixabay

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