Il Pub – nome originario public – è un locale pubblico dove sono servite bevande alcoliche (soprattutto birra) simbolo dei paesi legati alla cultura anglosassone (Regno Unito e Irlanda). Possono anche aggiungere servizi come la ristorazione e il pernottamento (in questo caso si chiamano Inn, traducibile in taverna). Nonché giochi come le tipiche freccette, un tavolo da biliardo, un biliardino, giochi di società, o in tempi più recente, i videogame cabinati. Una formula esplosa in Italia soprattutto tra gli anni 80 e 90 e che ancora oggi resiste. Ma come aprire un Pub?
In effetti, per quanto negli anni siano emerse altre tipologie di attività, aprire un Pub può considerarsi ancora una valida scelta imprenditoriale. Soprattutto in quelle zone che ne sono prive o dove c’è un potenziale target di clientela interessato.
Lo vedremo in questa guida completa, così come i potenziali guadagni, i costi da sostenere, l’iter burocratico da affrontare, le differenze tra Pub inglese e irlandese, i requisiti, la possibilità del Franchising e se conviene davvero.
Come aprire un Pub: l’iter burocratico
Vediamo in primis qual è l’iter burocratico per aprire un Pub:
- Aprire partita IVA con il codice Ateco 56.10.11 (“Ristorazione con somministrazione – attività degli esercizi di birrerie, pub, enoteche ed altri esercizi simili con cucina”);
- Iscrizione dell’attività al Registro delle Imprese della provincia di appartenenza;
- Apertura delle posizioni INPS e INAIL;
- Richiesta dell’autorizzazione all’esposizione dell’insegna presso il Comune in cui viene svolta l’attività;
- Invio della Scia (Segnalazione Certificazione di Inizio Attività) al proprio Comune;
- Richiesta dei permessi ASL;
- Richiesta dell’autorizzazione per la vendita di superalcolici;
- Pagamento di eventuali diritti Siae se si trasmette musica in filodiffusione (scelta quanto mai azzeccata per avere un valido sottofondo musicale che allieti i clienti).
L’elenco potrebbe non essere esaustivo, meglio riferirsi allo Sportello unico per le attività produttive (SUAP) del Comune sul cui territorio ricadrà il locale. Per avere maggiori info più aggiornate al riguardo.
Quali sono i requisiti per aprire un Pub
I requisiti per aprire un Pub sono di 3 tipi: burocratici, caratteriali e gestionali.
Requisiti burocratici
Il titolare di un Pub deve possedere due attestati o certificati:
- attestato HACCP
- licenza SAB
Quest’ultimo requisito non è necessario se si è in possesso di un titolo di studio conseguito presso un istituto alberghiero. O se si vanta una esperienza nel settore alimentare per almeno 2 anni negli ultimi 5. Se non si possiedono questi requisiti, è bene sapere che il SAB (Somministrazione di Alimenti e Bevande) ha una durata di circa 130 ore, e un costo variabile tra gli 800 e i 1.000 euro.
L’HACCP, invece, è un corso che forma riguardo alle procedure di igiene e sicurezza da adottare nel settore alimentare. E’ obbligatorio per quanti somministrano alimenti e bevande. Si ottiene frequentando appositi corsi (in presenza o a distanza online) presso enti certificati dalle regioni. Il prezzo dovrebbe essere contenuto (dai 20 ai 50 euro) ma talvolta anche gratis quando organizzato dalle regioni in favore dei disoccupati con determinati requisiti, al fine di aiutare l’ingresso nel mondo del lavoro.
Altri 2 certificati che occorrerà possedere sono:
- certificazione corso antincendio
- documento di valutazione dei rischi (DVR)
Requisiti caratteriali
Essere titolari di un Pub significa interfacciarsi con tanti clienti (si spera) diversi tra loro (anche di provenienza geografica differente se opera in una zona turistica). Così come confrontarsi con lo staff, i fornitori. Essere proprietario di un pub significa anche saper gestire lo staff nei giorni e nelle ore di punta, saper affrontare i periodi di crisi e gestire al meglio l’attività quando le cose vanno piuttosto bene.
Ricapitolando, dal punto di vista caratteriale i requisiti che il titolare di un pub deve avere sono:
- Empatia verso gli altri;
- Capacità di leadership e coordinamento:
- Capacità di gestire lo stress.
Requisiti gestionali
La passione da sola non basta. Serve spirito imprenditoriale, capacità di gestire al meglio il budget a disposizione, studiare le nuove tendenze, gli ultimi ritrovati dal punto di vista delle bevande e degli alimenti per aggiornare il Menù. Sapere quando e se è il caso di rinnovare il locale, restare a passo con la tecnologia (app per pubblicizzarsi, strumenti informatici per le informazioni, servizi di deliveroo, ecc.).
Importante sarà però anche la scelta iniziale della location, che deve essere strategica. Aprire in zone di passaggio, in bella vista, facilmente raggiungibili e ben collegate, con possibilità di parcheggiare senza stress. Inutile dire che servirà anche un locale ampio (optando anche per 2 livelli), per farci stare, oltre a spazio sufficiente per consentire a clienti e staff di muoversi agevolmente:
- Bancone
- Espositore
- Spina per la birra
- Frigo per le bevande
- Piano cottura
- Friggitrice
- Forno ventilato e pizzeria (se si prevede anche la pizza)
- Sedie, sgabelli, tavoli, Wc, ripostiglio per lo staff
- Cabinati, flipper, tavoli da bigliardo (se si prevedono anche passatempi similari)
- Varie ed eventuali
Va da sé che più il locale risponderà alle caratteristiche succitate, più l’affitto sarà costoso. Inoltre, questi requisiti devono essere presi in considerazione anche quando si rivela un’attività già esistente.
Differenze tra Irish Pub e British Pub
Sebbene i pub inglesi e irlandesi siano confusi e assimilati, in realtà esistono delle sostanziali differenze tra loro.
Come riportato su Le voci di dentro, le differenze principali riguardano:
- negli Irish pub le facciate sono meno decorate e, appese sopra la porta, generalmente non ci sono delle insegne;
- i pub irlandesi tendono a chiamarsi bar rispetto a quelli inglesi;
- gli irish pub spesso prendono il nome dal proprietario (per esempio Murphy’s o O’Connor’s).
Tuttavia, in Italia queste differenze sono pressocché impercettibili e non rispettate. Salve forse per un richiamo nell’arredamento e nello stile alla Gran Bretagna o all’Irlanda (colori, quadri, nomi delle pietanze, ecc.).
Quali sono i costi da sostenere per aprire un Pub
Aprire un pub ha dei costi notevoli. Difficilmente si scende sotto i 100mila euro, mentre la media è di 300mila euro. Il picco può toccare anche i 500mila euro. Per fortuna, esistono anche formule come finanziamenti pubblici, finanziarie di banche o società accreditate, ecc. Purché non ci si indebiti troppo e non si ricorra a strozzini e approfittatori. In quanto da sogno questa avventura si rivelerà un incubo e si affogherà nei debiti.
Occorrerà dotarsi di tante attrezzature, come:
- Macchina da caffè espresso
- Macinacaffè
- Centrifuga o spremiagrumi
- Lavastoviglie
- Spina per birra e bevande analcoliche
- Frigo per bevande in bottiglia
- Se il pub prevede anche un servizio ristorazione, potrebbero servire:
- Piastra per cottura in ghisa o fornello
- Forno elettrico
- Abbattitore per alimenti
- Scaldavivande
Occorrerà poi acquisire licenze, autorizzazioni, attestati e certificati. Una tantum o da rinnovare ogni mese.
Poi ci sono tutti i costi relativi al personale. un pub ha bisogno di diversi dipendenti. Sicuramente sono necessarie almeno due figure in cucina, un cuoco e un aiuto cuoco. E poi due o tre persone tra barman e camerieri e il titolare stesso. Serviranno dunque almeno 5-6 persone.
Inutile dire che bisogna fare i conti, in tutti i sensi, con i fornitori, per quanto riguarda cibi e bevande. Che andranno gestite con molta attenzione, evitando lunghe giacenze e scadenze, rispettando la catena del freddo, ecc. Poiché basterà qualche disattenzione per arrecare danni ai clienti.
Infine, ci sono l’affitto e le utenze (luce, gas, acqua, connessione internet, telefono).
Quanto si guadagna con un Pub?
Inutile dire che dare importo precisi è praticamente impossibile. Occorre fare i conti con i tanti costi, al netto di tutto si stima un guadagno medio di 2-3 mila euro al mese. Considerando lo stress e il coinvolgimento che un Pub comporta, avere margini di guadagno inferiori ai 2mila euro rischia di non convenire.
Occorre cercare anche di inserire attività aggiuntive per attrarre clienti, come giochi da tavolo, cabinati in stile anni ’80 o ’90, live event, biliardo, biliardini, serate a tema (October fest, Halloween, ecc.), ecc.
Conviene aprire un Pub in Franchising? Vantaggi e svantaggi
Aprire un pub in Franchising potrebbe essere la scelta ideale per ridurre i costi e facilitare l’iter burocratico. Ci si affilierà a un brand già esistente, pagando poi una royalties annuali o mensili in base al contratto. Il Franchisor fornirà al Franchisee formazione, aiuto burocratico, fornirà l’arredamento, il Menu da proporre, le divise, aiuterà a individuare il locale, ecc. Si risparmierà anche sui costi legati alla pubblicità (volantinaggio, cartellonistica, profili Social, ecc.).
Non mancano però svantaggi, come il fatto che le decisioni saranno imposte dall’alto; occorrerà versare una percentuale dei guadagni; si correrà il rischio che il Franchisor fallisca o venga coinvolto da uno scandalo, trascinandoci con sé.
Un’idea potrebbe essere quella di iniziare in Franchising per poi sganciarsi con un proprio marchio dopo che l’attività sia stata ben avviata. Ma è consigliabile avvisare per tempo clienti, staff e fornitori del passaggio, onde evitare effetti controproducenti. Da valutare anche cosa dice il contratto, per evitare di dover pagare penali.
Un esempio di pub in franchising è Revel, fondato nel 2014. Prevede musica dal vivo, birre artigianali ed un menù curato ed esclusivo. Ecco alcuni requisiti richiesti:
- Fee iniziale d’ingresso: 3mila euro
- 3% Royalties
- Locale di almeno 100 mq
Aprire un Pub in Franchising conviene? Vantaggi e svantaggi
Vediamo quali sono i Pro e i Contro di aprire un pub.
Vantaggi
- Lavoro coinvolgente e appassionante, a contatto con tante persone;
- Buone possibilità di guadagno a locale ben avviato;
- Tipologia di attività attuale e sempre cercata dai clienti.
Svantaggi
- Nuove tendenze e cambiamenti culturali hanno ridotto l’interesse verso i pub, anche nei paesi d’origine (per un approfondimento qui);
- Gestione complessa, tra personale, clientela e fornitori. Molti costi che incidono sul margine di guadagno;
- Occorre essere sempre aggiornati con i nuovi prodotti.
Qui abbiamo parlato di come aprire un B&B.