Quanto denaro pubblico costerà il centro Apple a Napoli
Come riporta Il Giornale, non solo l’ente di Palazzo Santa Lucia ha investito, e continuerà a farlo, qualcosa come un centinaio di milioni di euro per allestire la struttura e assicurare la riuscita dell’iniziativa ma corrisponderà anche le borse di studio ai programmatori del corso. Ogni corsista riceverà 800 euro al mese. Questo perché la potentissima Apple, l’azienda con più liquidità al mondo e protagonista in Italia di una maxi evasione fiscale da un miliardo di euro patteggiata col pagamento di appena un terzo della somma totale, ha deciso di pagare solo 10 borse di studio per i primi 200 studenti dell’anno 2016-2017. In pratica, la società che in 5 anni ha incassato dalla vendita dei propri prodotti la bellezza di 261 miliardi di euro, ovvero l’equivalente del Pil della Danimarca, in Campania è stata incredibilmente sollevata da ogni tipo di preoccupazione o impegno finanziario. Da Cupertino dovranno far partire bonifici per soli 96mila euro all’anno con destinazione San Giovanni a Teduccio.
Il peso maggiore, lo sforzo vero e proprio dal punto di vista organizzativo ed economico lo sosterranno le casse pubbliche. La previsione di spesa della Regione Campania è di 7 milioni di euro per le sole borse di studio. Una parte è già stata girata alla «Federico II» che materialmente le erogherà ai ragazzi.
Apple a Napoli, progetti futuri
Il corso, iniziato il 6 ottobre scorso, si arricchirà nei prossimi giorni di altri 100 studenti che si affiancheranno ai colleghi già presenti. Entro l’estate, il campus dovrebbe raggiungere le 400 unità. A ciascuno, la Apple affiderà in prestito un pc «Mcbook air» e un iPhone7 e le licenze software per poter iniziare a smanettare sulle App più famose al mondo. Tutto il resto, è a carico dei contribuenti. Anche di quelli che non possono permettersi l’iPhone ultimo modello. Una spesa pubblica servita poco al duo Renzi-De Luca, visto com’è andato l’esito del Referendum costituzionale in Campania. Anche nella città del Ras salernitano. Questi giochini riuscivano ai tempi della Dc, quando non c’era internet. Avvisate i piddini.