Una notizia degna di nota e non da relegare a mero gossip dato che si tratta di un noto personaggio della scintillante Hollywood. Dopo 21 anni di fitta collaborazione, Angelina Jolie ha lasciato il suo incarico di inviata speciale dell’Onu per i rifugiati. Noto come UNHCR.
Angelina Jolie lascia così il “palazzo di vetro” dopo una pluriventennale intesa collaborazione. Durante la quale l’attrice, oggi 47enne ed ex moglie di Brad Pitt (formavano insieme la patinata coppia Bradjolina), ha svolto oltre 60 missioni sul campo. Ultime due nello Yemen (dove è in corso da anni una guerra dimenticata, ne abbiamo parlato qui) e nel Burkina Faso.
Un’avventura svolta perché ci credeva, e non certo in favore degli obiettivi delle telecamere e delle macchine fotografiche dei paparazzi. Come invece fanno tanti Vip hollywoodiani.
Perché Angelina Jolie ha lasciato l’Onu
Come riporta LaRepubblica, la star statunitense era diventata inviata speciale nel 2012 dell’UNHCR, e la scintilla è scattata quando in Cambogia, in occasione delle riprese di Lara Croft- Tomb Raider, toccò con mano le condizioni di miseria e povertà degli abitanti. E così decide si rivolgersi all’ UNHCR per avere maggiori informazioni sui focolai di crisi internazionale.
Dopo pochi mesi iniziò a girare il mondo, con prime tappe in Sierra Leone e Tanzania, poi tornò in Cambogia per due settimane e in seguito incontrò i rifugiati afgani in Pakistan, donando loro un milione di dollari. E così, quasi subito, il 27 agosto 2001 fu nominata a Ginevra Ambasciatrice di Buona Volontà. Di lì anni di impegno in tanti teatri di guerra, fame e povertà nel Mondo. Anche con Brad Pitt adottò diversi bambini.
Nel suo messaggio di commiato, dove ha anche ringraziato l’Onu per la fiducia e l’opportunità concessale, il passaggio più significativo è questo:
è giunto il momento di lavorare in modo diverso, impegnandomi direttamente con i rifugiati e le organizzazioni locali e sostenendo la loro azione di advocacy per trovare soluzioni
Evidentemente Angelina Jolie ha capito che se vuole fare qualcosa di più e più concreta per quelle persone, deve agire direttamente con le comunità locali. Mentre l’Onu, che da circa 80 anni conferma tutta la sua inutilità, ha sicuramente una macchina tale da poter penetrare in certe realtà, ma senza incidere. A parte rarissimi casi, non ha mai risolto concretamente le problematiche degli ultimi del mondo.
Perché alle spalle ci sono superpotenze che devono curare i propri interessi, quelli che provocano certe tristi realtà.