ANCHE A NAPOLI IL TERZO SETTORE SCENDE IN PIAZZA CONTRO I TAGLI

IN MOLTE CITTA’ ITALIANE IL GRIDO DI BATTAGLIA DEGLI OPERATORI SOCIALI E’ STATO IL CLASSICO “CI AVETE RIDOTTO IN MUTANDE”

Per Terzo settore si intende “quel complesso di istituzioni che all’interno del sistema economico si collocano tra lo stato e il mercato, ma non sono riconducibili ne all’uno ne all’altro; sono cioè soggetti organizzativi di natura privata ma volti alla produzione di beni e servizi a destinazione pubblica o collettiva (cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, associazioni di volontariato, Organizzazioni non governative, ONLUS, ecc.)”.
In Italia tale sistema è diventato fondamentale per sopperire alle mancanze dello Stato in ambito socio-assistenziale; uno Stato – causa i continui tagli dei Governi susseguitisi – diventato sempre meno efficiente e presente in campo “sociale”, appannaggio di diversamente abili, anziani, madri sole, minorenni. Eppure anche il Terzo settore è sottoposto alla scure della politica, che lo depriva anno dopo anno di risorse, affidandosi al sacrificio e alla pazienza di chi opera in questo ambito non percependo i già magri stipendi anche per mesi. O non beneficiando di fondi per mantenere in vita le strutture in cui operano.
 


LA PROTESTA A NAPOLI – Per queste ragioni, ma soprattutto, per difendere i diritti dei beneficiari finali dei servizi socio-sanitari, gli operatori sociali sono scesi nelle piazze di più città col più classico dei motti: «Ci avete ridotti in mutande». A Napoli, oltre un migliaio di operatori sociali da piazza Dante ha raggiunto Piazza del Plebiscito, portando in giro per il centro cittadino mutande stese su fili e qualche pannolino proprio per sottolineare le conseguenze che i tagli stanno avendo sul settore.
Un cesto di indumenti è stato consegnato anche in Prefettura affinché, hanno detto i manifestanti, «venga consegnato a Tremonti e Berlusconi che hanno lasciato in mutande operatori e fasce deboli». «Il Governo nazionale che ha tagliato i fondi per l’80%, la Regione Campania che ha stanziato appena 13milioni nell’ultimo bilancio e il Comune di Napoli per il ritardo nei pagamenti», stanno mandando il settore al collasso, hanno aggiunto. A sfilare in corteo, insieme agli operatori, anche disabili in carrozzella, ragazzi delle case famiglia, donne. Due operatori hanno portato a spalla una piovra in gommapiuma. «Rappresenta chiunque stritola i diritti delle persone. Un tentacolo è il Governo nazionale, un altro la Regione e un altro il Comune».

LE PROPOSTE – In piazza del Plebiscito, un gruppo di persone si è staccato dal tronco principale del corteo ed è entrato a Palazzo Reale. Dal balcone che affaccia sulla piazza, i manifestanti hanno srotolato un lenzuolo con la scritta «Il welfare non è un lusso». Una delegazione di manifestanti è stata ricevuta in prefettura. «Chiediamo che il Governo torni a investire nel sociale – ha spiegato Sergio D’Angelo, portavoce del Comitato – Abbiamo proposto anche un tavolo straordinario sull’ordine pubblico che coinvolga Governo, Regione e le Autonomia locali per affrontare la questione del welfare».

(Fonte: Terzo settoreCorriere del Mezzogiorno)

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Riepilogo dell'articolo

Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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