Anche il Real Madrid commette clamorosi errori di mercato: i dieci giocatori scartati diventati campioni altrove
PER FORTUNA MOLTI SONO ARRIVATI IN ITALIA
Il Real Madrid viene quasi ogni estate incoronato Re del mercato, per i tanti colpi che a suon di milioni (prima miliardi) mette a segno. Ma come intitolava una vecchia Soap opera: anche i ricchi piangono. Nel caso dei Blancos, per gli errori di mercato commessi. Ovvero, per aver scartato troppo in fretta calciatori poi diventati campioni altrove. Citiamo dieci casi, peraltro quasi tutti giunti, fortunatamente, nel nostro Paese.
IVAN ZAMORANO – Quella di Ivan Zamorano è una questione che divide. La prima teoria è filo-madridista, e sostiene che in quattro anni in “blanco” il cileno ha comunque segnato 77 gol e vinto una Liga, una Copa del Rey e una supercoppa spagnola. Dall’altra parte della barricata ci sono quelli che “eh ma i titoli veri sono quelli internazionali”: va in effetti detto che il Real, negli anni in cui Zamorano era in rosa, non è andato oltre i quarti di Champions. All’Inter, sebbene abbia segnato meno, ha vinto una Coppa Uefa due anni dopo l’approdo in nerazzurro. Che dite, il Real ci ha rimesso oppure no?
SAMUEL ETO’O – Eto’o del Real? Eh già, è un dettaglio che non tutti conoscono. Mentre milita nella camerunense UCB Douala, sono i blancos a notare il giovane attaccante. Nel 1996, a 15 anni, entra nelle giovanili del Madrid, ma con scarsi risultati: gioca un po’ con la squadra B, viene girato in prestito al Leganés e poi all’Espanyol. Infine, nel 2000, viene ceduto al Maiorca. Qui segna 54 reti in 133 partite, diventando il miglior cannoniere nella storia del club nella Liga. Poi, le avventure a Barcellona e Inter, con cui farà incetta di titoli personali e di squadra. Qualche esempio? Tre Champions League, quattro scudetti e quattro volte (record) giocatore africano dell’anno.
ESTEBAN CAMBIASSO – Esteban Cambiasso e il Real Madrid poteva essere una storia d’amore perfetta. I blancos notano infatti il giovane nell’Argentinos Juniors e lo portano subito in Spagna. Prima qualche giornata con il Castilla, poi i prestiti “a fare le ossa” di nuovo in Argentina, con Indipendiente e River Plate. Poi, finalmente, l’atteso ritorno al Real, questa volta per vestire la casacca principale. A Madrid il figliol prodigo torna, ma non gioca quasi mai: appena 41 presenze in 2 anni. Nell’estate 2004 verrà lasciato partire a zero euro e sarà l’Inter a convincerlo. Ciò che ha vinto in nerazzurro è noto, ma è giusto metterlo per iscritto: cinque campionati, quattro coppe Italia, quattro supercoppe italiane, una Champions League e una coppa del mondo per club. Mica male, eh Real?
WALTER SAMUEL – Walter Samuel è reduce da 4 anni splendidi alla Roma, con cui ha conquistato uno scudetto e una Supercoppa italiana. Approda al Real Madrid nel 2004, in occasione della stagione forse peggiore degli ultimi anni: 2° posto in campionato, fuori agli ottavi sia di Champions che di Copa del Rey e con Florentino Perez che fa fuori tre allenatori in un anno (Camacho, Garcia Remón e Luxemburgo). A fine anno viene ceduto all’Inter per 16 milioni, con una minusvalenza di 9 milioni rispetto all’acquisto. A Milano, l’argentino diventerà il pilastro della difesa nerazzurra, vincendo cinque campionati (uno a tavolino dopo Calciopoli), quattro supercoppe italiane, tre coppe Italia, una Champions League e una coppa del mondo per club.
ARJEN ROBBEN – Dopo tre anni positivi al Chelsea, Arjen Robben viene acquistato dal Real Madrid per la cifra di 36,55 milioni di euro, diventando così il quinto giocatore più costoso della storia del club sino ad allora (dietro a Zidane, Figo, Beckham e Ronaldo). Nei due anni in cui l’olandese è a Madrid, il Real vince una Liga e arriva secondo dietro i rivali del Barcellona, ma Robben non va oltre le 11 reti. Viene quindi “lasciato” al Bayern Monaco per 25 milioni, perdendone quasi 12. In Baviera, Robben non solo segnerà 73 reti in 127 partite, ma contribuirà a conquistare quattro campionati, tre coppe di Germania, due supercoppe di Germania, una Champions League e una Supercoppa europea.
WESLEY SNEIJDER – Anche per Sneijder vale la regola che militare nel Real Madrid tra il 2005 e il 2010 non è un gioco da ragazzi. Specie se vieni acquistato dall’Ajax per 27 milioni e metti a referto solo 52 presenze e 11 gol. Poco importa se comunque si vince il campionato e la stagione dopo si arriva secondi: fatali, al solito, sono le eliminazioni agli ottavi di Champions League. Come per il connazionale Robben, viene ceduto nel 2009 per 12 milioni in meno di quanto era stato speso per comprarlo. All’Inter di Mourinho gli viene messa sulle spalle la maglia numero 10 senza aver mai toccato l’erba di San Siro e la scelta si rivela azzeccata: al primo anno in nerazzurro si porta a casa il triplete (campionato, Coppa Italia e Champions League). Resterà a Milano fino al gennaio 2013.
JOSE’ MARIA CALLEJON – Callejon è un altro dei “figli blancos”: cresciuto nel Real Madrid, ceduto all’Espanyol, poi riacquistato e infine ri-venduto. E dire che, dopo l’esperienza catalana, l’attaccante non aveva fatto male: al netto dei 20 gol in 70 presenze (bottino comunque rispettabile considerata la concorrenza), José si era guadagnato tanti elogi, in primis quello dell’altro José, il più importante: Mourinho. Con l’arrivo di Ancelotti però, viene messo sul mercato ed è il Napoli ad acquistarlo per 10 milioni. In azzurro lo spagnolo totalizzerà 32 reti in 111 presenze (in 2 anni), migliorando nettamente la sua media realizzativa madridista. Chissà che uno così avrebbe fatto comodo a Carletto , specie per dare vigore nel finale di Real-Juve…
XABI ALONSO – Capitolo Xabi Alonso. Intendiamoci, lo spagnolo ha raccolto al Real Madrid tutto quello che poteva: un campionato spagnolo, una Champions League e una supercoppa di Spagna. Nel palmares manca giusto la coppa del mondo per club, vinta dal Real quando il centrocampista si era già trasferito al Bayern Monaco. Alla corte di Guardiola, Xabi Alonso verrà eliminato in semifinale di Champions (vincendo però la Bundesliga), ma la sua assenza in Castiglia si farà sentire e pure molto. Con l’infortunio di Modric, il Real di Ancelotti perde tutta la spina dorsale a centrocampo, finendo la stagione con zero titoli all’attivo.
DIEGO LOPEZ – Diego Lopez “nasce” calcisticamente in blanco. Prima nel Real Madrid C, poi nel Castilla. Dopo 2 stagioni come riserva di Casillas, viene ceduto al Villarreal e riacquistato dai blancos cinque anni dopo, nel 2013. Nell’ultimo anno ai blancos, Diego Lopez si conquista i guantoni da titolare, forte della fiducia di Mourinho e delle prestazioni davvero convincenti. Passa al Milan a parametro zero e si mette in evidenza nonostante la pessima stagione dei rossoneri. Intanto, a Madrid, Iker combina una papera dietro l’altra e i tifosi urlano “Diego es mi portero”. Ma ormai è davvero troppo tardi.
ALVARO MORATA – Alvaro Morata è un buon giocatore e il Real Madrid lo sa: 10 reti in 37 presenze non sono niente male, spezie se davanti a te ci sono Ronaldo, Benzema, Bale e Di Maria. Morata ha una sola scelta: fare le valigie e mettersi alla prova da un’altra parte. La destinazione è la Juventus, che acquista l’attaccante per 20 milioni. E a Torino Morata non fa bene, ma benissimo: 27 presenze e 8 gol pesantissimi, 2 dei quali buttano fuori gli ex compagni del Real in semifinale di Champions. Ma i blancos stavolta hanno fatto tesoro degli errori: con 30 milioni possono riprendersi Alvarito già l’anno prossimo. Sempre che non segni loro un’altra, fatale doppietta in coppa…
(Fonte: La Gazzetta dello sport)
Ivan il terribile