Amministrative 2016: il lungo, il corto e il pacioccone

Le amministrative 2016 si avvicinano e si apprestano ad essere un test molto importante per il Partito democratico che è al Governo, dato che si vota in molte grandi città italiane: Torino, Milano, Bologna, Cagliari, Roma e Napoli su tutte. Certo, occorrerebbe sempre scindere tra le elezioni per il rinnovo delle assise comunali e quanto sta facendo un Governo in carica. Ma alla fine si finisce sempre per mescolare le cose e così, se il risultato è a favore del partito al governo del Paese, esso si sente rafforzato e più convinto di proseguire sulla propria strada. Viceversa, sarà ancora più attaccato dalle opposizioni, che gli chiederanno con maggiore forza di rassegnare le dimissioni.

La campagna elettorale di queste amministrative 2016, comunque, prosegue spedita. Tra veleni interni ed esterni ai partiti. E come ormai avviene dall’approdo della Seconda Repubblica (che ha portato una certa personalizzazione in stile americano), a tenere banco non sono tanto le cose utili da fare per una città, bensì gli attacchi personali ai candidati. Particolarmente ridicolo è quanto sta avvenendo in tre città: Milano, Roma e Napoli. Che ricorda quella simpatica canzone di un’edizione passata de Lo Zecchino d’oro: Il lungo, il corto e il pacioccone. Cantata nel 1970 da Gianluca Calderari, Massimo Colucci e Leonardo Barsotti. Potremmo ribattezzarla: lo juventino, l’incinta e la pacioccona.

AMMINISTRATIVE 2016: LO JUVENTINO, L’INCINTA E LA PACIOCCONA

amministrative 2016
Guido Bertolaso e Giorgia Meloni

Dello juventino ho già parlato in precedenza. Trattasi di Matteo Brambilla, proposto dal Movimento cinque stelle a Napoli e del cui caso ho parlato qui. L’incita, per la quale si potrebbe anche parlare di corta data la sua lunghezza, sarebbe Giorgia Meloni, candidata a Roma. La quale, dopo aver glissato riparandosi dietro la sopraggiunta maternità (peraltro sbandierata in occasione della manifestazione contro il Ddl Cirinnà, prendendosi non poche critiche e sfottò) ha deciso di candidarsi per ripicca. Dopo che il candidato di Berlusconi, Guido Bertolaso, ha affermato che una donna incinta non può prendersi anche l’incombenza di candidarsi a Sindaco. In Giorgia è scattato l’orgoglio e ha deciso così di scendere in campo per dimostrare il contrario. Come se poi una gravidanza durasse cinque anni.

Intanto, per la povera Roma, si parla soprattutto della sua gravidanza e del praticantato di Virginia Raggi presso lo studio legale di Cesare Previti. Tutto il resto è noia.

candidati milano 2016
Patrizia Bedori, candidata M5S a Milano ritiratasi

Infine, veniamo alla pacioccona. Qui il caso si è consumato a Milano, dove Patrizia Bedori è stata scelta per le amministrative 2016 tramite comunarie dei Cinquestelle, ma si è ritirata perché nel suo partito è sorto più di un dubbio sul suo aspetto estetico, dato che qualcuno l’ha definita ‘brutta grassa e obesa’. Poco telegenica dunque, oltre che per molti fosse pure lenta, poco dinamica, ma soprattutto casalinga e disoccupata. Insomma, in tutto e per tutto una sfigata. Almeno per la politica (e la società in generale) di oggi che punta molto sulla forma più che sulla sostanza. Sull’estetica più che sulla bravura. D’altronde, la Bedori non piaceva neanche ai vertici. E dato che Milano è la città del Guru Casaleggio e che i Cinquestelle partono molto indietro nei sondaggi (non arriverebbero neppure al ballottaggio), serve qualcuno che piaccia fino in fondo.

La candidata dimessa ha poi attaccato il Movimento, per averla isolata e mai sostenuta. Insomma, anche le primarie virtuali dei pentastellati contano fino ad un certo punto. E il suo caso alimenta il sospetto che anche il partito di Grillo sia pesantemente verticistico.

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