Alluvione Emilia, il giusto No del centro-destra a Bonaccini Commissario

L’Emilia-Romagna si lecca le ferite dopo i disastri provocati dal recente alluvione, frutto di diverse concause: bombe d’acqua, terreni trasformati dalla prolungata siccità che diventano pietre non assorbendo più l’acqua, disboscamenti scellerati che sottraggono alberi capaci di assorbire l’acqua piovana e fare da ombrello con le proprie creste, l’incuria umana che non cura a dovere gli argini dei fiumi e le dighe, la cementificazione scriteriata, ecc.

I danni sono già stati stimati in almeno 7 miliardi e ora c’è un tutto politico braccio di ferro su chi dovrà gestire i soldi della ricostruzione. Si dovrà nominare l’ennesimo Commissario per una ricostruzione o un risanamento di turno qua o là lungo il paese. E il centro-destra emiliano, così come il governo, sembrano contrari a voler assegnare al Governatore Stefano Bonaccini questo compito.

Particolarmente contrari sembrano essere i delegati locali di Fratelli d’Italia, nonché la Lega, che da tempo cerca di sottrarre quella regione alla storica gestione rossa.

Un “no” che, a conti fatti, non sembra così sbagliato.

Bonaccini Commissario, il No ha un suo motivo

Come riporta ANSA, Stefano Bonaccini ha incassato un primo no in consiglio regionale, dove una mozione del Pd, il suo partito, ha ottenuto il No compatto di tutta l’opposizione di centro-destra. Un chiaro segnale all’attuale Governatore dell’Emilia-Romagna.

Il territorio chiede che la nomina arrivi presto, perché qui già sanno cosa si prova ad attendere: nel 2012, quando l’Emilia fu sconvolta da un forte terremoto, l’allora Governo Monti impiegò 10 giorni per designare il Governatore Vasco Errani a Commissario per la ricostruzione. Nomina che arrivò solo dopo la seconda pesante scossa distruttiva.

Il Pd vorrebbe Bonaccini, evocando anche il parere favorevole di altri governatori di centro-destra come Zaia, Occhiuto e Toti. Tuttavia, il No a Bonaccini non è poi così sbagliato, per due motivi.

Il primo, più generale, è che non può essere designato Commissario per la ricostruzione (come nei casi delle calamità) o per il risanamento (come nel caso di dissesti finanziari) lo stesso amministratore politico di un territorio. Sarebbe più giusto affidarlo ad un tecnico terzo, competente e imparziale. Soprattutto quando il colore politico di chi amministra un territorio è lo stesso da decenni.

Il secondo motivo è più personale. Come riporta Bologna Today, che riprende a sua volta il quotidiano online Open, il quale ha riportato due relazioni della Corte dei conti che dimostrerebbero come la Regione non avrebbe speso in tempo ben 55 milioni di euro per la manutenzione di tutta una serie di corsi d’acqua e fiumi, alcuni dei quali proprio oggetto di rotture nell’alluvione dei giorni scorsi.

La Regione aveva già replicato come quella somma fosse stata riottenuta e destinata alla navigabilità del bacino idrico ferrarese, ma la polemica è stata ripresa da Fratelli D’Italia, per attaccare appunto Bonaccini ed Elly Schein, che ricordiamo essere la vice presidente della regione e oggi segretaria del Pd.

Speriamo per tutti, in primis per i cittadini colpiti dal disastro, che la Magistratura faccia chiarezza il prima possibile.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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