ALLARME PETROLIO, SI STA ESAURENDO
RAGGIUNTO IL PICCO NEL 2012, ORA LA DOMANDA SUPERA L’OFFERTA E IL CALO SARA’ IRREVERSIBILE
Il 2012 è stato il punto di non ritorno per l’utilizzo del Petrolio. Ossia l’anno che molti geologi hanno individuato come quello del raggiungimento del picco di utilizzo del gregge, e dal quale sarebbe iniziata un’irreversibile fase decrescente, con la domanda sempre superiore all’offerta. Un dato che sarebbe ancora peggiore se l’economia non fosse in crisi (è risaputo che un’economia stagnata consuma meno carburanti). Pertanto l’esaurimento di Petrolio potrebbe accelerare se l’economia dovesse riprendersi su larga scala. Il tutto, mentre si investe ancora molto poco sulle cosiddette energie alternative.
COME SI STA SOPPERENDO – Quello che già ora copre la domanda è l’aumento dell’estrazione di “petrolio non convenzionale”, ovvero proveniente da sabbie e scisti bituminose (per esempio nello stato dell’Alberta, in Canada). Risorse note, ma certo non così grandi da poter supplire a lungo alla riduzione della produzione “normale”, e diventate economicamente “appetibili” solo da quando il prezzo del greggio si è stabilizzato intorno ai 100 dollari al barile o più.
Poi c’è la corsa a nuovi giacimenti, come quelli derivanti dal Polo Nord dove i ghiacciai si sciolgono sempre più, o dalle ricerche disperate in mezzo agli oceani o vicino alle coste (come accade anche in Italia); con tutti i danni al turismo e ai pescatori che ne derivano.
LO STUDIO DEI GEOLOGI – Il EGW è un gruppo di scienziati indipendenti finanziato da una fondazione tedesca privata. Dal 2006 al 2009, il EGW ha pubblicato una serie di rapporti sulle proiezioni delle forniture di uranio (2006), carbone (2007), petrolio (2008) e eolico (2009). La missione dichiarata del EGW è quella di fornire informazioni obbiettive sull’energia e sui limiti dell’offerta delle forniture energetiche e per assistere nel prendere buone decisioni a tutti i livelli.
Basandosi su un’esplorazione ravvicinata dei dati da tutto il mondo, EGW conclude che il mondo ha raggiunto il suo massimo livello di produzione di petrolio nel 2012. Il rapporto dichiara anche che la produzione di gas naturale degli Stati Uniti è quasi arrivata fin dove può arrivare e il mondo vivrà il peak everything (il picco di tutto) – il livello più alto della produzione globale di combustibili fossili – dalla fine di questo decennio.
L’EGW ha analizzato i dati delle risorse, delle riserve e della produzione da tutte le regioni del mondo, compresi i dati governativi e quelli delle grandi compagnie petrolifere. I totali complessivi sono stati paragonati ai dai di livello granulare e le differenze sono state indicate e spiegate dove possibile. E’ interessante che il gruppo abbia anche confrontato il loro attuale rapporto con le proprie proiezioni dello scorso decennio e con le previsioni fatte dalla statunitense EIA (Energy Information Agency) e dalla IEA (International Energy Agency) e dell’OCSE. Ciò è trasparente ed onesto, anche se i dati tabulari alla basi dei molti grafici non sono stati inseriti (ci sono dei limiti a quello che può entrare in un documento di 178 pagine).
La produzione di petrolio è stata in un plateau circa dal 2005. Il petrolio qui è definito come “petrolio greggio più il condensato” o generalmente ciò che può essere usato come come combustibile da trasporto. Alcuni rapporti sulla produzione usano “liquidi totali”, il che comprende i liquidi del gas naturale che in termini di contenuto energetico non sono equivalenti al petrolio convenzionale. Ci sono aree di frontiera (le acque profonde del Golfo del Messico, il bacino del Mar Caspio, il mare intorno al Brasile) che danno speranza di nuova offerta, ma queste stanno tutte arrivando più lentamente, con meno produzione e a costi più alti di quanto ci si aspettasse un decennio fa. Le economie dell’area OCSE di Europa, Nord America e del Pacifico non hanno recuperato i loro livelli di consumo del 2007 e non è chiaro se mai lo faranno.
La produzione globale di petrolio ha raggiunto un massimo, secondo l’EGW, nel 2012 ed essi si aspettano un 40% di declino della produzione dal 2030. Ciò è radicalmente diverso dal World Energy Outlook della IEA del 2012, il documento energetico annuale semi ufficiale, che prevede che la produzione continui ad aumentare almeno fino al 2030. (Questo rapporto della IEA è anche la fonte principale dell’idea che gli Stati Uniti diventeranno a breve il primo produttore al mondo di petrolio). In particolare, tuttavia, il rapporto del 2012 della IEA ha proiettato numeri di produzione di petrolio globale (liquidi totali) molto più bassi del suo stesso rapporto del 2006. Le sue previsioni per il 2030 sono crollate da 113,8 milioni di barili al giorno nel primo rapporto a 95 mb/g. Al confronto, la produzione media del 2011 è stata di 84,3 mb/g (EGW, pag. 61).
LA SITUAZIONE MIGLIORE DEL CARBONE– Il rapporto del EGW ha detto che la produzione di gas naturale comincerà a declinare presto in Nord America ed Europa, ma la produzione globale continuerà a crescere, raggiungendo il suo massimo intorno al 2019 a causa degli aumenti di produzione in Medio Oriente e Russia. La produzione statunitense di gas di scisto non sarà probabilmente in grado di espandersi significativamente a causa dei sui alti costi ed ai suoi rapidi tassi di declino dei singoli pozzi. I prezzi aumentati potrebbero portare ad un aumento della produzione statunitense, ma i prezzi più alti ridurrebbero anche la domanda di gas negli Stati Uniti e probabilmente metterà in discussione le prospettive di grandi esportazioni statunitensi di gas naturale liquefatto.
Globalmente, il carbone è una sfida, in parte perché solo un parte relativamente piccola della produzione di carbone è disponibile per il commercio internazionale. Potrebbe essere difficile che la produzione in Australia ed Indonesia soddisfi la domanda di Cina e India. Il boom economico cinese è stato alimentato dal carbone, ma le forniture interne cinesi sono limitate. La Cina è passata da essere un’esportatrice di carbone ad esserne la più grande importatrice in meno di un decennio. Il rapporto del EGW mostra il consumo totale mondiale di carbone a circa 4 miliardi di tonnellate all’anno nel 2000, che saliranno a 8,5 miliardi di tonnellate nel 2020, ma che poi riscenderanno a 4,5 miliardi nel 2040.
IL NUCLEARE NON E’ UN’ALTERNATIVA– L’uranio e l’energia nucleare sono a loro volta limitati in diversi modi. Ritardi massicci e superamento dei costi sono comuni nelle miniere di uranio, con la produzione di uranio che ora è al di sotto della domanda. Ci sono molti problemi di costi, sicurezza e legislativi riguardo alla costruzione di una centrale nucleare e gli impianti esistenti hanno superato la loro durata di vita. C’è un grosso rischio di un divario di offerta di uranio, se una grande espansione dell’energia nucleare dovesse aver luogo.
E’ improbabile che l’energia nucleare sarà in grado di essere un sostituto dei combustibili fossili in declino. Inoltre, carbone, gas naturale, uranio e rinnovabili producono principalmente elettricità, a questo punto, e non possono essere usati come combustibili da trasporto.
(Fonte: Contropiano)
Non dipende solo dal prezzo, a un certo punto serve più energia per estrarlo di quella che si ottiene, cioè in soldoni, serve più di un litro di petrolio per estrarne un litro. Quello è il momento in cui crolla tutto, ma prima di arrivarci ci saranno crisi ricorrenti cicliche a cicli inversi al prezzo del petrolio, perché con prezzo alto, l'economia rallenta e va in crisi, allora c'è meno domanda e si abbassa il prezzo, questo permette una ripresa, il peso torna su ecc…
Ci sono alcune cose nell'articolo che non quadrano molto: l'attuale andamento del prezzo del greggio è in calo. C'è al momento una impennata dovuta alla crisi egiziana, ma la domanda continua a diminuire per cui tendenzialmente il prezzo dovrebbe essere in discesa. Inoltre, se è vero che alcuni bacini del medio oriente e del nord africa sono ormai in esaurimento, per altre aree la produzione invece è strettamente legata all'andamento del prezzo del greggio: Spiego meglio, per molti importanti giacimenti del nord della siberia e del mar artico i costi di estrazione e trasporto sono molto alti e rendono conveniente la produzione solo con prezzi sopra i 50-70 dollari. Se si guarda ai dati di produzione di queste aree i picchi sono in parallelo col prezzo del petrolio…
io ho la bici a pedalata assisita,nel senso che la persona che me l'ha prestata,quando mi vede mi da delle pedate nel retro',in quanto non l'ho piu' restituita