Alain Delon ha dimostrato di avere, oltre che lineamenti del viso scultorei e occhi azzurri penetranti, anche una straordinaria capacità camaleontica.
Oggi il mondo piange un Divo, un’icona del Cinema, tra i pochissimi attori in grado di coniugare bellezza a talento: il grande Alain Delon.
Lanciato definitivamente proprio da un regista italiano, Luchino Visconti, in Rocco e i suoi fratelli del 1960, si ricorderanno anche altre grandi interpretazioni. Sperimentando sempre ruoli molto diversi tra loro. Dimostrando di avere, oltre che lineamenti del viso scultorei e occhi azzurri penetranti, anche una straordinaria capacità camaleontica.
Si pensi al ruolo del principe ne Il Gattopardo (1963), del killer Jeff in Frank Costello faccia d’angelo (1967), del gangster Rogert Startet ne Il clan dei siciliani (1969), lo scrittore fallito Jean-Paul Leroy ne La Piscina (1969). Dove peraltro regala scene ad alto tasso erotico, eppure così caste e pulite, insieme a Romy Schneider. Interpretò perfino un personaggio mascherato, il mitico Zorro, nell’omonimo film di Duccio Tessari del 1975.
Tra i premi e i riconoscimenti, si ricorderà il César (praticamente gli Oscar francesi) per il migliore attore per il film Notre histoire (1985); il David di Donatello, l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, mentre nel 1963 ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe per il film Il Gattopardo.
Ha provato anche la strada della produzione, fondando la Adel Productions, ma anche di regista, firmando il thriller Per la pelle di un poliziotto (1981) e il drammatico Braccato (1983). La sua ultima interpretazione sul grande schermo risale al 2008 nel film Asterix alle Olimpiadi.
Ritiratosi ufficialmente dalle scene dal 2017, soffriva da tempo di depressione e mal di vivere, complice anche una lunga malattia. Pensava anche a soluzioni drastiche come l’eutanasia. Purtroppo negli ultimi mesi si è anche parlato tanto di guerra per l’eredità tra i figli.
Del resto, come sovente capita, i grandi Divi di Hollywood lasciano anche dietro sé tanto risentimento e rancore. Si pensi pure a Marlon Brando, del quale abbiamo parlato qui.