A poco a poco, la verità contro il vaccino Covid sta emergendo, seppur molto lentamente e senza colpo ferire, dato che nessuno pagherà. Grazie al giornale La Verità – che ad onor del vero è stato uno dei pochi, di livello nazionale, a far emergere notizie controcorrente rispetto a quanto ci dicevano i media mainstream – scopriamo che una circolare, intitolato “Complicanze tromboembolitiche postvaccinazione anti Covid-19 con Vaxzevria (ChAdOx1nCov19 Astrazeneca) o con Covid-19 vaccine Janssen (A.d. 16. Cov2.S, Johnson & Johnson)” conferma quello che fino ad oggi era un sospetto.
L’AIFA, l’agenzia italiana che si occupa di vigilare sui farmaci e le cure che ci vengono somministrate, sapeva benissimo che i vaccini anti-covid Astrazeneca e Johnson&Johnson potevano causare trombosi come effetto collaterale. Ma ha preferito tacere e proseguire con la vaccinazione. Per poi rimediare ordinando la somministrazione solo agli Over 60.
Il documento AIFA sui vaccini Covid e i casi di trombosi
Come riporta Il primato nazionale, nelle 11 pagine di cui è composta, al punto 4, Aifa sostiene che sia
impossibile idenfiticare dei fattori di rischio da cercare nella popolazione generale” , ma ammette che “nel 5-6% della popolazione stessa ci siano “condizioni trombofiliche ereditarie
In parole povere, elementi che portano un soggetto a sviluppare trombosi, successivamente alla somministrazione del vaccino. Ma considerata – si legge ancora – la “estrema rarità”, si poteva trascurare il tutto.
Pertanto, tradotto in soldoni, il rischio di pochi non valeva la pena arrestare la somministrazione per la maggioranza. Il freddo calcolo rischio-beneficio, che vede le persone solo come dei numeri. Nonché delle cavie.
Nel frattempo, Astrazeneca comincia ad ammettere le proprie responsabilità.
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