Vediamo come funziona l’aeroporto Costa d’Amalfi di Salerno, quali sono i voli e cosa non va.
Il volo Nantes-Salerno ha inaugurato l’aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi, il 39esimo scalo d’Italia con voli di linea (dopo otto anni di stop), seguito poi da un volo partito da Salerno per Milano Malpensa, da poco intitolato a Silvio Berlusconi.
Lo scopo dell’aeroporto è quello di alleggerire la pressione su Capodichino (dove si trova l’aeroporto di Napoli) e di creare un collegamento più prossimo alla splendida costiera amalfitana. Che ogni estate attrae migliaia di turisti da tutto il mondo.
Ne ha parlato bene Matteo Salvini, come noto Ministro per le infrastrutture, in una strana intesa di convenienza con il Governatore campano Vincenzo De Luca. Ovviamente ancora più felice, visto che può aggiungerlo alle altre opere appannaggio di Salerno. Si lavorava a questa opera da 20 anni.
Vediamo come funziona l’aeroporto Costa d’Amalfi di Salerno e cosa non va.
Quali sono i voli dall’aeroporto Costa d’Amalfi di Salerno
Come riporta Corriere della sera aAl momento sono quattro le compagnie aeree che hanno chiesto gli slot, i diritti di decollo e atterraggio. Ci sono le principali low cost — Ryanair, easyJet, Volotea — e anche vettori più piccoli come la maltese Universal Air.
L’impianto è gestito da Gesac, la stessa società di gestione dell’aeroporto di Napoli, e al momento vede 776 voli programmati da qui fino al 31 dicembre e poco più di 141 mila posti in vendita tra partenze e arrivi. Si spera che da e per l’aeroporto si movimentano 4 milioni di passeggeri.
Ryanair è quella che offre più posti entro la fine dell’anno (poco meno di 55 mila), seguita da easyet (con oltre 50 mila) e Volotea (meno di 35 mila). Ma le tre low cost perseguono strategie differenti. Inoltre, le strategie potranno cambiare in corso d’opera (in positivo e in negativo) e altre compagnie potranno aggiungersi se le cose a regime dovessero andare bene.
Cosa non va
Lo scetticismo riguarda quanti flussi effettivi potrebbe generare in più rispetto a quelli attuali in Campania. Al momento il tasso di riempimento dei voli — tra luglio e settembre — è attorno al 45%. Quindi meno della metà di quanto stanno registrando le low cost in questo periodo. Il che è preoccupante, visto che questo aeroporto dovrebbe lavorare di più soprattutto nel periodo giugno-settembre, ovvero nei mesi estivi.
Non a caso, d’inverno il numero dei collegamenti si riduce in maniera sensibile: se ci fossero movimenti tutti i giorni ci sarebbero sedili sufficienti per appena tre voli al giorno, un po’ poco per tenere sempre aperto un impianto che ha costi fissi significativi.
Inoltre, occorre aggiungere che i vettori non voleranno tutti i giorni. Tanto che, stando all’analisi del Corriere sulla programmazione, dal 1° al 30 novembre ci sono 12 giorni senza alcun volo. Quasi metà mese. Ma anche nei giorni in cui si muoveranno si va da 1 a 4 movimenti complessivi, tra arrivi e partenze.
Insomma, un aeroporto che sembra più un vezzo deluchiano. Il tempo ci dirà. Certo è che in Italia non mancano altri casi di aeroporti simili, come quello di Albenga in Liguria o in Molise.