Il romanzo di Chambers dimostra che è possibile affrontare tematiche difficili in maniera gentile e non violenta
È il 2014 e una giovane scrittrice americana, Becky Chambers, fa il suo debutto letterario in un genere altrettanto giovane, il solarpunk (o, ancora più specificamente, hopepunk), col romanzo The Long Way to a Small, Angry Planet, primo capitolo della saga di Wayfarers.
Come tutto ciò che ha a che fare col punk, si tratta di storie che hanno il loro cuore pulsante nel tema della ribellione contro la società attuale, ma contrariamente alla narrativa dominante in merito lo fanno con armi quali il sentimento ecologico e la gentilezza.
Pur ponendo le basi dell’interessante universo multispecie in cui è ambientata la saga ed essendo indubbiamente un valido inizio della stessa, oggi non vi parlerò di The Long Way, quanto piuttosto del suo successore: A Closed and Common Orbit (2016, tradotto in italiano come L’Orbita Ordinaria).
A Closed and Common Orbit di cosa parla
Gli eventi in esso narrati si svolgono esattamente alla fine (e alcuni anni prima) del predecessore, ma niente paura: a parte qualche riferimento, il libro finalista del prestigioso Premio Hugo come miglior romanzo nel 2017 può tranquillamente essere letto in maniera indipendente e ora vi dirò perché credo sia decisamente il caso di farlo.
Qui per proseguire la recensione.
Dove acquistare il libro
Per chi fosse interessato ad acquistare il libro, lasciamo il banner di Amazon di seguito.
In questa pagina sono presenti link di affiliazione che garantiscono a questo sito una piccola quota di ricavi, senza variazione del prezzo per l’acquirente.