Il 2023 sarà senza estate? Cosa dicono principali siti meteo

Il 2023 sarà senza estate? Cosa dicono principali siti meteo

La primavera piovosa e fredda sta facendo temere molti, o, quanto meno, quelli che possono permettersi di andare al mare di frequente, che il 2023 sarà senza estate. Mentre chi resta in città, volente o nolente, in fondo lo spera.

Certo, il clima impazzito di questi ultimi anni, ha costretto anche quanti forniscono previsioni meteo di andarci cauti. E non fornire dati che vadano oltre le tre settimane. Anche perché previsioni errate, in un senso o nell’altro, rischiano di provocare cause da parte degli albergatori o la perdita di fiducia degli utenti che le consultano. Anche in modo spropositato, cercando perfino il meteo “ora per ora“.

Fatta questa premessa, i principali siti meteo stanno cercando di avanzare qualche ipotesi, dunque, in quanto tale, vanno prese con le molle. Vediamo se il 2023 sarà senza estate.

Il 2023 sarà senza estate? Cosa dicono previsioni

Facendo una panoramica dei principali siti meteo italiani, Ilmeteo cita un precedente storico: il 1816, anno durante il quale gravi anomalie al clima estivo distrussero i raccolti nell’ Europa settentrionale, negli stati americani del nord-est e nel Canada orientale.

La causa principale, secondo gli esperti, va individuata nell’eruzione vulcanica di Tambora, nell’isola di Sumbawa dell’attuale Indonesia, avvenuta dal 5 al 15 Aprile 1815. Una eruzione che immise grandi quantità di cenere vulcanica negli strati superiori dell’atmosfera, tanto da provocare un abbassamento della temperatura globale, dato che la luce solare faticava ad attraversare l’atmosfera.

Ma oltre a quella eruzione, si sommarono altri due fenomeni naturali:

  1. il minimo di Dalton, durante il quale si ritiene che il Sole abbia emanato meno energia;
  2. la cosiddetta piccola era glaciale, ovvero una fase di raffreddamento generale del Pianeta che, dal Medioevo, si protrasse fino al 1850.

Oggi non è in corso nessuno di questi tre fenomeni, ma per capire come potrebbe essere la prossima estate si potrebbe guardare all’Oceano Pacifico, dove si alternano due eventi importanti: la Niña e El Niño, capaci di influenzare le condizioni meteo-climatiche globali. Si tratta, rispettivamente, di un raffreddamento e di un riscaldamento della superficie oceanica di 1-3 gradi.

Orbene, l’anomalia più preoccupante riguarda proprio questo aspetto: negli ultimi due anni è stata La Niña a dominare la scena a livello planetario e, secondo lo schema classico, le temperature a livello globale sarebbero dovute calare. E invece è successo il contrario: il 2022 è stato l‘anno più caldo di sempre da quando si registrano i dati meteo.
La NOAA – l’agenzia Statunitense che si occupa di dinamiche oceaniche ed atmosferiche – ha appena annunciato che le acqua superficiali dell’Oceano Pacifico si stanno scaldando oltre le aspettative, dando sfogo quindi a El Niño.

I valori si porteranno ben sopra le media climatiche e trattandosi di una vasta area come tutto l’intero Oceano Pacifico, ciò significa che dovrebbero esserci pesanti conseguenze generali sul clima terrestre. Ovvero, ondate di calore durature con punte fino a 40°C, siccità (specie al Centro-Sud), ed eventi meteo estremi, a causa di una maggior energia potenziale in gioco.

Il fenomeno di El Niño è correlato ad una maggiore attività dell’anticiclone africano, il quale tende ad espandersi sull’Italia e l’Europa nel periodo primaverile-estivo. Ciò significa che anche noi saremo interessati da temperature elevate tra luglio e agosto. L’articolo de Ilmeteo non si sbottona però riguardo la piovosità, che più interessa gli amanti della tintarella.

Previsioni estate 2023: cosa ci attende?

Meteoeradar, invece, ci dice che dopo tanti anni durante i quali l’anticiclone africano faceva le sue comparse già tra Aprile e Maggio, quest’anno l’anticiclone delle Azzorre farà la sua ricomparsa sul continente europeo rimanendo in loco fino a metà della prima decade di giugno.

Quella che in gergo può definirsi una “ferita barica” che si è creata sul Mediterraneo in questo lungo periodo di maltempo, fa molta fatica a rimarginarsi. Creando come effetto un netto contrasto termico tra il Mediterraneo e il continente africano che si sta scaldando sempre di più.

Questo contrasto, con aria fresca che continua a scendere verso le medio basse latitudini, crea una forte ventilazione dai quadranti occidentali di risposta, che tiene a bada ogni velleità calda nord africana.
Dunque, almeno l’inizio estate dovrebbe essere termicamente in media e con tanta instabilità pomeridiana. Sul lungo periodo, si potrebbe tornare alle tipiche estati italiane degli anni 70-80. Con temperature non confrontabili a quelle degli ultimi anni e qualche pioggia in più.

Il 2023 sarà un anno senza estate?

In conclusione, in linea di massima più che un anno senza estate, il 2023 potrebbe segnare un ritorno al passato. Con temperature più vicine alla media stagionale e qualche temporale in più, specie nel pomeriggio.

In dialetto napoletano, un tempo si diceva “Aùsto cape ‘e vierno“, per indicare il fatto che dopo metà agosto il tempo iniziava a guastarsi. Preannunciando la fine dell’estate o, quanto meno, un primo assaggio di inverno. Poi magari settembre era molto meglio di agosto, climaticamente, per la gioia dei vacanzieri settembrini. I quali si godono le località rinomate a prezzi decisamente più bassi rispetto a luglio e agosto e con molta meno calca.

A proposito d’estate, sapevi che quella del 2014 è stata la prima estate senza tormentone?

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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