2001 Odissea nello Spazio compie 50 anni: le 7 tecnologie che ha anticipato

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 7 Marzo 2023

Lo scorso 2 aprile il capolavoro di Stanley Kubrick 2001 Odissea nello spazio ha compiuto 50 anni. Basato sul romanzo «La sentinella» scritto da Athur C. Clarke, narra di un futuro avveniristico che mostra come cambierà il rapporto tra uomo e tecnologia.

2001 Odissea nello spazio vinse l’Oscar per i migliori effetti speciali visivi. Sarà di nuovo proiettato sul grande schermo, con una celebrazione del Festival di Cannes il 12 maggio in una versione rinnovata a livello tecnico grazie al contributo di Christopher Nolan (il regista della strepitosa trilogia de Il cavaliere oscuro), e poi nei cinema americani dal 18 maggio.

Oltre a 2001 Odissea nello spazio, Stanley Kubrick ha firmato altri capolavori, che hanno anticipato tendenze future. Si pensi a Lolita e al fenomeno delle teens che adescano adulti. O ad Arancia meccanica e alla paranoia violenta che oggi imperversa tra gli adolescenti. Ha poi avuto il merito di aver proposto una delle poche trasposizioni riuscite di libri di Stephen King: Shining.

Ma anche 2001 Odissea nello spazio ha anticipato delle tendenze, ovviamente tecnologiche. Ben 7. vediamo quali.

Le 7 tecnologie anticipate da 2001 Odissea nello spazio

2001 odissea nello spazio stanley kubrick

A riportare le tecnologie anticipate da 2001 Odissea nello spazio è Il Corriere della sera. Vediamo quali sono:

1. Il tablet

Prima dell’iPad c’erano i tablet utilizzati dai protagonisti della Missione Giove in «2001: Odissea nello Spazio». Li usano per leggere le notizie e anche per giocare a scacchi. Assomigliano tantissimo a quelli che siamo abituati a vedere oggi. A cominciare da quello inventato da Steve Jobs.

2. Gli assistenti digitali

Sono le lettere che nell’alfabeto vengono prima di quelle di Ibm. Quindi HAL, e poi 9000: è il personaggio più famoso di «2001: Odissea nello Spazio», l’intelligenza artificiale che guida il super computer di bordo sulla nave spaziale Discovery. Ancora ne devono fare di strada Siri, Google Assistant, Alexa e Cortana per poter arrivare ai suoi livelli: parla con voce umana, ha emozioni ed è in grado di pilotare l’astronave. Ma anche lei commette errori.

3. Le videochiamate

Di sicuro non c’era Skype, e fa strano vedere la scena in cui viene effettuata una prima — fantasiosa — videochiamata nel film. Il dottor Floyd chiama la figlia da un arcaico computer, dove ci sono ancora tasti fisici. E il costo della chiamata, anche se non si paga in gettoni.

4. Gli schermi in aereo

Nel 1968 chi viaggiava in aereo di sicuro non aveva a disposizione l’intrattenimento di cui possiamo godere oggi. Non c’erano gli schermi personali — magari touch — attaccati al sedile del passeggero davanti su cui vedere gli ultimi film usciti, i documentari o le serie tv. Mentre in «2001: Odissea nello Spazio» già avevano pensato a come ammazzare il tempo durante il volo.

5. Le stazioni spaziali

La prima stazione spaziale è stata lanciata in orbita nel 1971. Si chiamava Saylut 1 ed era stata progettata dall’Unione Sovietica. La risposta, in piena Guerra Fredda, all’atterraggio dell’Apollo 11 americano sulla Luna, nel 1969. La Stazione Spaziale Internazionale, il progetto congiunto di cinque agenzie — Nasa, Rka, Esa, Jaxa e Csa-Asc — è stata invece lanciata nel 1998. Ma già Kubrick ci aveva pensato nella sua personale visione fantascientifica dell’esplorazione dell’universo.

6. Le cabine di pilotaggio

Le moderne cabine di pilotaggio in vetro, con i vari quadranti e schermi digitali per governare l’aereo, sono nate con l’MD-80, un velivolo a due motori in grado di portare da 130 a 172 passeggeri il cui primo volo è avvenuto nel 1979. Quindi oltre dieci anni dopo la proiezione di «2001: Odissea nello Spazio», dove possiamo ammirare un prototipo molto realistico di uno spazio praticamente identità per comandare la navicella spaziale.

7. Il turismo spaziale

Il turismo spaziale è una nuova fonte di guadagno che alletta molti grandi imprenditori moderni. Da Elon Musk, con la sua Space X, a Jeff Bezos, che oltre a gestire Amazon trova anche il tempo di guardare alle stelle con Blue Origin. Ancora costosissimo e destinato a pochissimi (e ricchissimi) fortunati, il concetto era contenuto anche nel film del 1968, dove un aeroplano con logo di PanAm (oggi non esiste più) arrivava sulla stazione spaziale. E non solo i protagonisti della storia erano interessati al viaggio, ma anche i 93mila richiedenti che avevano chiamato al centralino della compagnia. Spente le telecamere, se ne inizia a parlare concretamente solo negli anni ‘80.

Altri casi del genere sono quelli di Ritorno al futuro e I Simpson.

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